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Preghiera in famiglia per S.Giuseppe

SPEZZARE IL PANE DENTRO (E FUORI) LA NOSTRA CASA
Celebrazione domestica per famiglie con bambini e ragazzi
PREGHIERA IN FAMIGLIA

Scarica il sussidio qui

Occorrente per la celebrazione:
– una tovaglia;
– un pane da spezzare e mangiare (acquistato, o preparato insieme, e
da portare sul tavolo durante la preghiera insieme alla tovaglia);
– un quadro o un disegno di san Giuseppe da colorare (ad esempio,
quello che si trova in copertina e che riproponiamo qui sotto scaricabile
a questo link).

Introduzione
Ci si raduna intorno alla tavola (possibilmente nel pomeriggio) e si mette al
centro un’immagine di san Giuseppe (o il disegno preparato con i bambini).
Si scelgono uno o più lettori (L) e una guida (G).
Dopo qualche istante di silenzio, il lettore inizia.

L. Caro san Giuseppe,
scusami se approfitto della tua ospitalità e mi fermo per
scambiare quattro chiacchiere con te.
Non voglio farti perdere tempo. Vedo che ne hai così poco,
e la mole di lavoro ti sovrasta. Non preoccuparti neppure di
rispondermi. So, del resto che sei l’uomo del silenzio.
Mio caro san Giuseppe, siamo qui riuniti come famiglia, soprattutto
per conoscerti meglio come sposo di Maria, come
padre di Gesù e guida di una famiglia per la quale hai consacrato
tutta la vita. Aiutaci a pregare!
(da uno scritto di don Tonino Bello)

G. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T. Amen.

G. Il Signore Gesù, che è cresciuto nella famiglia di Giuseppe,
sposo di Maria, abiti la nostra casa.
T. E la riscaldi con la sua presenza.

Poi si canta (o si legge) questa acclamazione.
luce dei miei passi
Nella tua parola, noi camminiamo insieme a te.
Ti preghiamo resta con noi. (2 v.)
Luce dei miei passi, guida al mio cammino,
è la tua Parola.
Nella tua parola, noi camminiamo insieme a te.
Ti preghiamo resta con noi. (2 v.)
vangelo (Gv 6,35.41-43.51)
Uno dei presenti legge il testo del Vangelo.

L. Ascoltiamo il Vangelo secondo Giovanni
T. Parla, Signore, ti ascoltiamo!

L. Gesù disse ad alcuni Giudei: «Io sono il pane della vita; chi viene
a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perché
aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano:
«Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo
il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono
disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se
uno mangia di questo pane vivrà in eterno».
Alcuni, fra i presenti, vanno a prendere la tovaglia e il pane: la stendono sul
tavolo e vi appoggiano il pane al centro.

Ciascuno legge nel proprio cuore le seguenti “litanie del pane” (se ne possono
creare delle altre); poi recita, ad alta voce, quella che più lo colpisce. Quando si
recita la propria “litania”, si spezza un pezzo del pane e lo si dona a un altro dei
presenti, che lo può mangiare.
Questo pane è nutrimento
Questo pane è festa
Questo pane è amicizia
Questo pane è lavoro fin dall’alba
Questo pane è miracolo
Questo pane è profumo
Questo pane è desiderio
Questo pane è…

G. Gesù amava profondamente il pane: con esso, ha educato i
suoi amici alla condivisione, alla festa, ma anche nella vita
donata.

T. Benedetto sei tu, Signore, per il sole, la pioggia, i contadini,
i lavoratori, per la creatività delle nostre mani, per chi
ha preparato questo pane!

G. Il pane ci fa tornare alla mente anche tutta la nostra comunità
che si ritrova per la messa: bambini e anziani, giovani e
adulti, sacerdoti e fedeli, persone felici e tristi.
T. Benedetto sei tu, Signore, per averci donato la Chiesa: ci
hai voluto proprio parte di questa comunità e ci chiedi di
esserne partecipi e responsabili.
G. Il pane spezzato ci apre anche ai poveri, ai bisognosi, a chi è
solo. Come possiamo, in questo fine settimana, farci vicino a
chi è in diffcoltà?

Ogni famiglia prova a trovare un gesto concreto per essere vicino a chi è più
bisognoso. Magari si può seguire la proposta di carità fatta dalla propria parrocchia
o dalla diocesi.
In alternativa cliccando qui si trova un’interessante tradizione cartiativa legata
al giorno san Giuseppe.

Al termina si prega insieme il Padre nostro.

T. Padre nostro…

L. Si direbbe che il pane, più che per nutrire, è nato per essere
condiviso: con gli amici, con i poveri, con i pellegrini, con
gli ospiti di passaggio! Spezzato sulla tavola, cementa la comunione
dei commensali; deposto nel fondo di una bisaccia
riconcilia il viandante con la vita; offerto in elemosina al povero,
gli regala un’esperienza, sia pure fugace di fraternità;
donato a chi bussa di notte nel bisogno, oltre a quella dello
stomaco, placa anche la fame dello spirito, che è fame di solidarietà;
raccolto nelle sporte, dopo un pasto miracolo sull’er-
ba verde, sta ad indicare che a chi sa fare la divisione, gli riesce
bene anche la moltiplicazione!
(da uno scritto di don Tonino Bello)

Si può concludere spezzando ulteriormente il pane e facendo merenda insieme.

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