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Commento alla Parola: 5.4.2021 – 10.4.2021

Lunedì 5: At 3,17-24; Sal 98 (99); 1 Cor 5, 7-8; Lc 24,1-12
«Tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri.
Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre,
che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole
parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse» (Lc 24, 9-11)
“Ma cosa vuol dire che è risorto? Ma c’era o non c’era nel sepolcro? L’avete
visto? Ma chi erano quei due uomini che vi hanno parlato? Li avevate già visti
prima? Qualcuno li conosce? Dove sono adesso? E le guardie che fine hanno
fatto? Qualcuno vi ha viste? Ma come fa ad essere possibile una cosa simile?
Vi rendete conto di quello che state dicendo? Come si fa a credere a questa
storia che state raccontando?” Domande a non finire. Che durano da 2000
anni. Si possono pronunciare con tanto scetticismo. Oppure con una gioia
dentro che ti fa impazzire il cuore.

Martedì 6 : At 3, 25 – 4, 10; Sal 117 (118); 1 Cor 1, 4-9; Mt 28, 8-15
«Ed ecco, Gesù venne incontro alle donne e disse: “Salute a voi!”. Ed esse si
avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono» (Mt 28, 9)
La prima reazione delle donne alla vista del Risorto è avvicinarsi, abbracciare e adorare. Il primo dono è infatti poter entrare in contatto vivo con Lui, sentirlo accanto a loro, comprendere che neppure la morte riesce a separare da Lui. Poi esprimere con tenerezza l’affetto del cuore, cercare il contatto fisico (proprio quello che a noi manca tanto di questi tempi), perché Gesù non è mai stata un’idea, ma una persona. Infine l’adorazione, riconoscendo che Dio lo possiamo conoscere pienamente e definitivamente in Lui. Tre dimensioni per il credente d ogni tempo.

Mercoledì 7:At 5, 12-21a; Sal 33 (34), 2-5. 8-9; Rm 6, 3-11; Lc 24, 13-35
«Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo» (Lc 24, 22-23)
Nella ricostruzione degli eventi che i discepoli di Emmaus riferiscono allo sconosciuto Viandante, raccontano l’annuncio di questi misteriosi angeli alle donne, ma tralasciano di precisare che, tornando dal sepolcro, le donne hanno incontrato il Risorto, lo hanno visto e toccato. Forse ritengono questo fatto talmente inverosimile da non meritare di essere neppure menzionato. Sembrano convinti che si sia trattato di un’allucinazione collettiva da non prendere sul serio. Spostarsi dalla logica umana all’imprevedibile di Dio chiede di tuffarsi in un mondo che non si conosce, che non possiamo governare. Solo un’esperienza viva di incontro con Gesù ci permette di fare questo passo decisivo.

Giovedì 8: At 5, 26-42; Sal 33 (34); Sal 114 (115), 1-4a. 7-9; Col 3, 1-4; Lc 24, 36b-49
«Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”» (Lc 24, 36)
La prima frase con cui il Risorto si presenta ai suoi è all’origine di ogni altro suo
messaggio. Tutto è detto perché alla fine nei cuori regni la pace, intesa nel
senso dello shalom ebraico: uno stato di cose che suscita una meraviglia
gioiosa, in cui i bisogni più umani e profondi sono pienamente soddisfatti, in
cui le capacità di ciascuno sono impiegate fruttuosamente. È la delizia, la
primavera del mondo nuovo, il dialogo felice tra l’uomo e Dio che accoglie con
favore le creature nelle quali egli si compiace. In altre parole, shalom, il dono
del Risorto, è il modo in cui le cose dovrebbero essere.

Venerdì 9: At 10, 34-43; Sal 95 (96); Fil 2, 5-11; Mc 16, 1-7
«Dicevano tra loro: “Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del
sepolcro?”» (Mc 16, 3)
La pietra che chiude il sepolcro di Gesù sembra inamovibile, troppo grande, un
ostacolo insormontabile. Eppure le donne al sepolcro ci vanno lo stesso, con
tutti gli oli necessari per ungere il corpo di Gesù. C’è in loro una fiducia segreta
e inconfessata che può sempre succedere qualcosa, che Nicodemo o Giuseppe
d’Arimatea possano forse ottenere qualcosa, che le guardie magari
concederanno un breve gesto di omaggio al corpo di Gesù. Ma la Risurrezione
sbaraglia e supera all’infinito ogni speranza, anche la più rosea che avrebbero
potuto immaginare. È tutta un’altra cosa, un’altra storia, un altro mondo. E
loro stesse diventeranno protagoniste del primo annuncio.

Sabato 10: At 3, 12b-16; Sal 64 (65), 2-3. 5-6b. 9. 14c; 1 Tm 2, 1-7; Gv 21, 1-14
«Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai
fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare» (Gv 21, 7)
La pesca è sbalorditiva, le reti rischiano di squarciarsi, per un pescatore come
Pietro è una meraviglia e una soddisfazione unica. Ma tutto sparisce quando
capisce che quell’uomo sulla riva è il Risorto. Lascia i pesci agli altri, a lui
interessa Gesù, il rapporto con lui, così messo alla prova durante la Passione.
Si tuffa e corre da Lui. I pesci simboleggiano il frutto abbondantissimo della
missione futura, ma Pietro mostra che Gesù vale infinitamente più di ogni altra
soddisfazione o tesoro che il cuore possa possedere.

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