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Commento alla Parola: 26.4.2021 – 01.05.2021

Lunedì 26: At 9, 26-30; Sal 21 (22), 24ab. 26b-28. 30-32; Gv 6, 44-51
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno» (Gv 6, 51)
Vivere in eterno vuol dire incominciare a vivere fin da ora una vita vera. Perché si può vivere o sopravvivere. Uniti a Gesù che ci aspetta in quel pezzettino di pane che ci viene donato, siamo pronti a tutto, non ci fa più paura nulla, siamo suoi e non ci abbandonerà. La vita diventa un’avventura da vivere sempre, a qualunque età, con entusiasmo. Vedremo dipanarsi le giornate in maniera inattesa, non ci sarà un giorno uguale all’altro perché la fantasia del Signore è infinita e anche nei momenti difficili sentiremo la Sua presenza in noi.

Martedì 27: At 11, 19-26; Sal 86 (87), 1-7; Gv 6, 60-69
«Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”» (Gv 6, 68-69)
Ci sono dei momenti in cui ci sembra di vivere nel buio, in cui credere è difficile. Ma se abbiamo incontrato veramente Gesù anche una sola volta nella vita, non ci si può rassegnare a lasciarlo. Anche se non lo si vede lo si cerca, come la sposa del Cantico dei Cantici che gira nella notte a cercare lo sposo. Simone lo sa bene, senza di Lui nulla ha più senso.

Mercoledì 28: At 13, 1-12; Sal 97 (98), 1-4; Gv 7, 40b-52
«E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui» (Gv 7, 43-44)
Di fronte a Gesù non si è mai indifferenti, o si sta dalla Sua parte o si è contro di Lui. Le Sue sono parole di vita, ma possono suscitare rabbia in chi le ascolta, perché mettono in discussione tutto ciò per cui uno vive. Ascoltarlo vuol dire cambiare sia il modo di pensare che di agire. Tutto diventa trasparente e non sono più possibili i compromessi.

Giovedì 29: 1 Gv 1, 5 – 2, 2; Sal 148, 1-2. 11-14; 1 Cor 2, 1-10a; Mt 25, 1-13
«Cinque vergini erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi» (Mt 25, 2-4)
Il Signore ci insegna l’arte dell’attendere, di tenere accesa la fiamma dell’Amore e della Speranza.
Ci sono momenti nella vita in cui tutto sembra crollarci addosso, in cui l’atteggiamento più normale sarebbe lasciarsi andare. Ma proprio questi sono momenti di Grazia, guardati a ritroso svelano quanto siano stati efficaci per la nostra crescita. Le vergini sagge vegliano sulle loro lampade, non si lasciano scoraggiare da un’attesa estenuante che sembra non finire. Sanno che prima o poi la notte finirà e potranno godere della presenza dello Sposo vicino a loro.

Venerdì 30: At 13, 44-52; Sal 41 (42), 2-3 / 42 (43), 3-4; Gv 7, 25-31
«Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete» (Giovanni 7, 28)
Nessuno che parla della propria fede in nome di Dio viene spontaneamente, ma è inviato. È importante ricordarlo, da soli non possiamo nulla, solo se ci è chiesto possiamo portare frutto. Ecco perché occorre interrogarsi sempre su ciò che il Signore vuole da noi: anche la cosa più bella e più santa, se non ci è chiesta, è inutile. A volte ci ostiniamo in progetti che alla fine si rivelano solo nostri. Invece, quelli del Signore sono misteriosi, spesso si serve di persone che a noi sembrano inadatte per portare avanti i suoi piani. Se leggiamo la storia della salvezza è questo un fenomeno che si ripete spesso.

Sabato 1: At 14, 1-7. 21-27; Sal 144 (145), 10-13. 21; 1 Cor 15, 29-34b;
Gv 7, 32-36
«Ancora per poco tempo sono con voi; poi vado da colui che mi ha mandato» (Gv 7, 33)
Le parole di Gesù sono allusive e i Giudei che lo ascoltano non capiscono cosa voglia dire con precisione. Di certo intuiscono che il tempo si è fatto breve, che sta per succedere qualcosa e che Gesù non rimarrà a lungo, ma difficilmente immaginano che la sua vita sia davvero in pericolo. Non è possibile essere sempre consapevoli di ciò che sta avvenendo. Per questo occorre non sciupare mai nessuna occasione per amare, per valorizzare gli incontri, vivendoli con intensità. Ogni attimo presente ha una sua sacralità, rimane in eterno.

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