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Commento alla Parola 30.10.2023 – 04.11.2023

lunedì 30: Ap 10,1-11; Sal 17 (18); Gv 14,12-15
«E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò» (Gv 14, 13-14)
Prima del fare, il Signore ci chiede di pregare, di rivolgerci al Padre. È Dio che fa non noi. Spesso ci lasciamo prendere dalla frenesia delle opere e rischiamo di non avere spazio per la preghiera. Vuol dire che qualcosa non funziona. Noi siamo solo strumenti e come tali dobbiamo agire.

martedì 31: Ap 11,1-12; Sal 75 (76); Gv 12,44-50
«Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno» (Gv 12, 47-48)
È inutile pensare che il Signore sia lì a misurare con il bilancino i nostri errori. Egli desidera salvarci perché ci ama. I suoi comandi sono solo indicazioni per raggiungere la felicità. Perciò quando ci ostiniamo ad andare per un’altra strada difficilmente saremo felici.

mercoledì 1/11: Ap 7,2-4.9-14; Sal 88 (89); Rm 8,28-39; Mt 5,1-12a
«Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5, 8)
È la beatitudine più chiara, anche se rimane un po’ misteriosa. Chiara perché la gioia insuperabile per ogni uomo è vedere Dio, è questo il desiderio più profondo che abbiamo. Misteriosa perché è impossibile vedere Dio ad occhio nudo, occorre sempre riconoscerLo. E quindi può benissimo capitare di non vederLo. I puri di cuore hanno una particolare trasparenza di sguardo, sono liberi da pregiudizi e diffidenze radicali che fanno sempre dubitare e discutere su tutto, hanno un intuito, un sesto senso nel riconoscere le orme del passaggio di Dio e quindi anticipano un po’ già da quaggiù le gioie di lassù.

giovedì 2: COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
Schema B: Gb 19,1.23-27b; Sal 26 (27); 1Ts 4,13-14.16.18; Gv 6,44-47
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv 6, 44)
La risurrezione non è proprio nulla opera nostra. Non ne siamo
assolutamente capaci, non sappiamo neppure da che parte cominciare. Per questo ogni volta che vediamo un seme marcire nella terra e dare vita ad una pianticella nuova e fresca rimaniamo incantati. A maggior ragione vedere una persona risorgere deve essere uno spettacolo sbalorditivo, inimmaginabile. Eppure ciò che sembra assurdo e irrealizzabile per noi uomini rimane sempre presente nel profondo del cuore come un desiderio: il sogno di una vita che non muore, vissuta nell’amicizia vera con tutti, abita tutti, indipendentemente dalla fede.

venerdì 3: Ap 18,9-20; Sal 98 (99); Gv 14,2-7
«Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi» (Gv 14, 3)
Non esiste una risurrezione e basta, sperimentata come un fatto che ciascuno vive per conto proprio. La risurrezione è Gesù. Quindi solo Lui la può donare, solo Lui ne può parlare perché è l’unico a sapere esattamente cosa sia. E ne parla sempre come di un’esperienza vissuta in stretta unione con Lui. Lui prepara il posto, torna, ci prende e ci porta con sé: è Lui a fare tutto, a provvedere a tutto. E fa tutto in fraternità, insieme con noi. Quando ci sentiamo in piena comunione con Lui anche la risurrezione smette di essere un’ipotesi, perché abbiamo l’impressione di farne esperienza già adesso.

sabato 4: 1Gv 3,13-16; Sal 22 (23); Ef 4,1b-7.11-13; Gv 10,11-15
«Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde» (Gv 10, 11-12)
Il vero guaio delle pecore guidate da un mercenario è che in realtà sono sole, non sono custodite da nessuno. Sono condotte al pascolo e nulla più. Poi, quello che succede succede. Non appartengono a nessuno, non sono di nessuno. Magari si sentiranno libere di fare quello che vogliono, non avranno grandi controlli su di loro, ma in realtà sono terribilmente sole. E ci dispiace. Comprendiamo meglio che la presenza di Gesù ci cambia completamente la vita: con Lui non potremo mai più patire la solitudine, perché siamo custoditi da Qualcuno che ci ama per sempre e dà la Sua vita per noi.

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