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Commento alla Parola 29.01.2024 – 03.02.2024

lunedì 29: Sir 24,30-34; Sal 102 (103); Mc 5,24b-34
«E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: “Chi ha toccato le mie vesti?”» (Mc 5, 29-30)
Tutto avviene «subito». Sia la guarigione dopo il contatto con il mantello di Gesù, sia la Sua reazione. Non nel senso che si debba pretendere e ottenere “sempre tutto subito”, ma per indicarci che l’amore non ammette indugi o ritardi, che verso i fratelli occorre agire concretamente, senza rimandare a tempi indefiniti. E Gesù dal canto suo non perde le occasioni per provocare la testimonianza, per portare alla luce i doni di Dio e per annunciare a tutti guarigione e salvezza. Così «subito» diventa l’avverbio dell’amore, che mi raggiunge qui ed ora.

martedì 30: Sir 36,1-19; Sal 32 (33); Mc 6,1-6A
«E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: “Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?”» (Mc 6, 2-3)
Gesù a Nazareth si presenta come uomo normale, è vissuto lì trent’anni e nessuno si è accorto della sua straordinarietà. A noi chiede altrettanto, di vivere una vita normale unita alla Sua. La nostra forza è proprio in questa normalità di uomini e donne. Essendo fragili, sappiamo capire chi è fragile. Essendo sempre pronti ad imparare da tutti ciò che il Signore ci vuole insegnare, è più facile essere avvicinati da chi ha bisogno perché non trova barriere in mezzo. Non ci sono chieste cose clamorose, solo di vivere ogni attimo nell’Amore.

mercoledì 31: Sir, 40,1-8A; Sal 8; Mc 6,30-34
«Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato» (Mc 6, 30)
Il tempo del racconto del proprio ministero non è tempo perso, sottratto all’annuncio. Il discepolo-missionario ne ha bisogno, gli è indispensabile. Il racconto infatti avvicina, coinvolge, crea comunione, permette alla comunità di formarsi attorno a ciò che ha di più caro. È importante dedicare tempo ad ascoltarci su ciò che abbiamo fatto, sulle avventure, sui frutti, anche sulle domande che sono sorte. È importante avere sete di racconti di Vangelo, essere capaci di gioire dei risultati positivi che i fratelli hanno avuto come li avessimo ottenuti noi, sentendo che tutto ci appartiene.

giovedì 1.2: Sir 26,1-16; Sal 127 (128); Mc 6,33-44
«E divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà» (Mc 6, 41-42)
Parole che lasciano stupefatti. Come fanno 5000 uomini a saziarsi con due pesci? Sono parole da ricordare bene. Per quando ci sentiamo piccoli e inadatti. Per quando i nostri limiti ci schiacciano e ci umiliano. Per quando gli insuccessi si accumulano e non si vedono frutti. Per quando il male nel mondo sembra così potente ed efficace da poter sopraffare ogni bene. Abbiamo un tesoro che sazia ogni desiderio. Abbiamo una parola che conforta ogni cuore. Abbiamo una speranza che si moltiplica e che nessuno ci può rubare. Abbiamo il Risorto sempre tra noi e in noi.

venerdì 2: Ml 3,1-4°; Sal 23 (24); Rm 15,8-12; Lc 2,22-40
«Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio» (Lc 2, 27-28)
Ho incontrato ieri una persona che non vedevo da anni, ci siamo incrociati ciascuno senza sapere che l’altro era nei paraggi. Quando mi ha visto mi ha detto: «Ecco cosa succede quando si fa un atto d’amore!». Evidentemente un gesto di bontà l’aveva trattenuta e aveva creato la coincidenza di questo nostro incontro, che altrimenti non sarebbe avvenuto. Anche in queste piccole cose, che pure danno tanta gioia, il lasciarsi “muovere dallo Spirito” crea incontri bellissimi e a sorpresa, un pochino come avvenne quel giorno luminosissimo per Simeone nel tempio.

sabato 3: Es 25,1-9; Sal 96 (97); 2) Eb 7,28-8,2; Gv 14,6-14
«In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre» (Gv 14, 12)
Queste parole non sono rivolte solo agli apostoli ma ad ognuno di noi, anche se istintivamente ne prendiamo le distanze. A volte, dopo anni, delle persone ci raccontano ciò che abbiamo detto loro e che ha prodotto cambiamenti significativi nella loro vita e magari quelle parole non ci ricordiamo affatto di averle dette. Lo Spirito agisce in noi nonostante noi, è Lui che parla. Occorre fidarsi, abbandonarsi e farGli sempre più spazio.

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