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Commento alla Parola 27.11.2023 – 02.12.2023

lunedì 27: Ez 9,1-11; Sal 85 (86); Ml 3,13-18; Mt 13,53-58
«La gente rimaneva stupita e diceva: “Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?”. Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”» (Mt13, 54-57)
Spesso, quando qualcuno ci parla, invece di ascoltare ciò che dice, per decidere se sia o no il caso di seguirlo, ci avviciniamo con idee preconcette. Il Signore però si rivela attraverso chi vuole, sta a noi essere aperti ad ascoltare tutti per poi discernere. Con questa libertà del cuore faremo scoperte meravigliose, faremo esperienza che a volte sono proprio i bambini che ci raccontano la bellezza di una fede libera da schemi.

martedì 28: Ez 10,1-10.12-14.18-19.21-22a; Sal 88 (89); Mal 3,19-24; Mt 15,1-9
«E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione?» (Mt 15, 3)
Anche noi spesso nelle nostre parrocchie siamo rinchiusi nelle nostre tradizioni, nel “si è sempre fatto così”. Ogni cambiamento ci manda in crisi, siamo legati in modo indissolubile alle nostre abitudini, ai nostri punti di vista, al rigoroso ripetersi del nostro vissuto di fede. Rinchiudiamo il rapporto con Dio in qualcosa di statico, di irremovibile. Il Signore invece è vivace, creativo sempre diverso, come è sempre diverso l’Amore.

mercoledì 29: Ez 12,1-7; Sal 102 (103); Sof 1,1.14-18; Mt 15,10-20
«Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. Queste sono le cose che rendono impuro l’uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l’uomo» (Mt 15, 19-20)
Il nostro cuore è impuro quando accende i fari solo su di sé. Allora tutto diventa importante per noi: le cose, gli affetti, il potere… Nel cuore però non sentiamo la pace, perché c’è sempre qualche preoccupazione che mina alla radice la nostra serenità. Quando invece riusciamo ad affidare tutto al Signore e ci abbandoniamo completamente alla Sua volontà tutto cambia e siamo invasi da una pace che nessuno può toglierci, perché «i puri di cuore…vedranno Dio» (Mt 5, 8).

giovedì 30: 1Re 19b,19-21; Sal 18 (19); Gal 1,8-12; Mt 4,18-22
«Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori» (Mt 4, 18)
Spesso nel Vangelo lo sguardo di Gesù si posa su qualcuno e da lì nasce la vocazione. Ognuno di noi prima di essere chiamato a seguire il Maestro è stato prima osservato ed amato nel suo quotidiano. E può essere anche un quotidiano un po’ torbido come quello di Matteo o Zaccheo, l’amore del Signore supera tutto, basta risponderGli prontamente.

venerdì 1.12: Ez 13,1-10; Sal 5; Sof 3,9-13; Mt 17,10-13
«Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro» (Mt 17, 13)
Te ne accorgi sempre dopo. Prima lo critichi, lo senti come un pericolo, magari lo combatti. Quando poi non c’è più ti accorgi che aveva ragione lui, che vedeva più lontano, che era un profeta. Non succede sempre: i fondamentalisti rimangono bloccati nelle proprie convinzioni e non si lasciano convertire neppure dopo. Ma quelli che cercano davvero Dio e non se stessi prima o poi aprono gli occhi. E si accorgono di averlo riconosciuto troppo tardi. Nessuno è al riparo da questo rischio. Per questo occorre allenarsi ad ascoltare, a lasciarsi interrogare, ad accogliere il positivo anche da chi è diverso da noi.

sabato 2.12: Ez 13,1.17-23; Sal 85 (86); 2) Eb 9,1-10; Mt 18,21-35
«Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: “Signore, se mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?”. E
Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”» (Mt 18, 21-22)
Noi vorremmo mettere un limite, pronti a spostarlo anche molto in là. Perché comunque c’è un limite a tutto. Gesù invece toglie i limiti. Dice che il perdono va dato sempre e comunque. E la parabola che segue è molto severa con chi non lo fa. Questo non per condannare chi non ci riesce, ma per farcene sentire l’urgenza e l’importanza, per inaugurare una mentalità nuova, quella del Padre. Che perdona sempre e non si stanca mai di farlo. Se ci accorgiamo di parlare spesso (e magari anche volentieri) male di qualcuno siamo a rischio, vuol dire che non abbiamo perdonato, bisogna subito correre ai ripari.

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