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Commento alla Parola: 24.01.2022 – 29.01.2022

Lunedì 24: Sir 44,1; 47,18-25; Sal 71 (72); Mc 4,10b.24-25
«Gesù diceva a quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici: «Fate attenzione a quello che ascoltate» (Mc 4, 24)
Non basta sentire la Parola ma occorre ascoltarla e ascoltarla con attenzione. Certe volte a fine Messa facciamo fatica a ricordare le letture che ci sono state proposte, eppure quando siamo entrati in Chiesa avevamo tutte le intenzioni di concentrarci, ma poi la mente ha cominciato a vagare per conto suo. Siamo sopraffatti dalle mille preoccupazioni della giornata, siamo simili al seme soffocato dalle spine. Non è l’attenzione che dobbiamo esercitare, ma l’Amore perché esso ci porta sempre con il pensiero a ciò che ci sta più a cuore.

Martedì 25: At 9,1-18; Sal 116 (117); 1Tm 1,12-17; Mt 19,27-29
«Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna» (Mt 19, 29)
Gesù non chiede di seguirlo lasciando tutto, promettendo solo in un giorno futuro una ricompensa. Il Vangelo non è alienazione dalla realtà. Chi lo segue, mettendo la Sua volontà al primo posto, già in questa vita scopre di ricevere tanto in serenità, gioia, fiducia in Lui. Se confronta la propria vita con quella di chi si preoccupa solo di sé, scopre come non riuscirebbe a vivere in altro modo. Quando gli viene chiesto perché non tenga più tempo per sé, sa che il prezzo di questa “indipendenza” sarebbe troppo alto, perché solo così la vita ha senso fino all’ultimo battito.

Mercoledì 26: At 16,1-5; Sal 95 (96); Tt 1,1-5; Lc 22,24-30a
«Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”» (Mc 4, 38)
L’atteggiamento di Gesù e gli apostoli è agli opposti. Loro sono terrorizzati, Lui è completamente abbandonato tra le braccia del Padre. È questo il modo che ci insegna per affrontare le tempeste della vita: vivere ogni giorno come una scoperta della volontà del Padre. Vivere così significa anche non dare nulla per scontato, non prevedere nulla, ma lasciarsi trasportare dal Suo Amore. Certo le difficoltà continueranno ad esserci, i momenti in cui si teme di affondare anche, ma la fiducia non ci abbandonerà, occorre affrontare un giorno alla volta e viverlo come regalato.

Giovedì 27: Sir 44, 1; 49, 8-10; Sal 104 (105); Mc 5, 1-20
«Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati» (Mc 5, 18-20)
Ognuno di noi ha un posto nella vita sognato dal Signore per lui. Dal riuscire a capire quale sia e viverlo nella volontà del Padre dipende la nostra felicità. Non esiste solo una vocazione, quella che ci fa scegliere una volta per tutte nella vita, ne esistono tante altre più piccole che ci appaiono via via. Gesù ogni giorno ci chiede di essere fedeli a ciò che ci chiede e chiede solo a noi, non ad altri. Per ognuno il sogno è diverso.

Venerdì 28: Sir 44,1; 49,13-16; Sal 47 (48); Mc 5,21-24a.35-43
Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». (Mc 5, 41)
Chissà cosa avranno pensato Giàiro e gli apostoli presenti del gesto di Gesù: tocca una donna per di più morta, perciò impura per gli Ebrei. Non è un gesto religioso, ma di tenerezza. Lo aveva fatto anche con la suocera di Pietro ammalata e subito guarita. Il Signore ci vuole insegnare ad amare che non è solo occuparci degli altri, ma farsi vicini, far sentire il proprio affetto. A volte è difficile, siamo schivi, ma quando incontriamo persone che lo sanno fare ne intuiamo immediatamente la bellezza. Ad alcuni la tenerezza sorge spontanea, per altri occorre sforzarsi un po’ di più, ma ci sono mille modi per comunicarla, occorre solo tener presente che è importante.

Sabato 29: Es 19,3-8; Sal 95 (96);2Cor 1,18-20; Gv 12,31-36°
«Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: “Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino”» (Mt 2, 19-20)
La vita di Gesù fin dall’inizio è come quella dei migranti: si scappa, si lascia tutto e non si sa bene dove si andrà. È una vita sempre in cammino alla ricerca di un po’ di pace. Ma il Signore difficilmente ci lascia in pace. Questo Maria e Giuseppe l’hanno percepito da subito. Seguire Gesù significa non considerarsi mai arrivati e lasciarsi guidare ogni giorno verso nuovi lidi.

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