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Commento alla Parola 22.5.2023 – 27.5.2023

lunedì 22: Ct 5,2a.5-6b; Sal 41 (42); 1Cor 10, 23.27-33; Mt 9,14-15
«Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno» (Mt 9, 15)
La festa di nozze è per antonomasia la manifestazione della bellezza e della gioia dell’amore. È il tempo in cui sembra proprio che l’amore vinca ogni ostacolo, che sia a portata di mano, che superi ogni ostacolo. La presenza degli sposi è in questo senso rassicurante e coinvolge anche gli invitati nella loro esperienza di amore. Non c’è spazio per la tristezza, sembra che tutto sia facile, che le difficoltà siano vinte, almeno per quel giorno. Gesù è lo sposo che regala una gioia senza tramonto. Se Lui è presente non c’è spazio per altro. Lutto e digiuni appartengono ad un altro mondo.

martedì 23: Ct 5,6b-8; Sal 17 (18); Fil 3,17 – 4,1; Gv 15,9-11
«Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15, 10-11)
Ogni comando del Signore non è per accontentare un capriccio, ma è per donare la gioia. Quando si ama qualcuno si desidera soprattutto che sia felice. La gioia però è diversa dalla felicità. Si è felici solo in alcuni momenti della vita. Invece si può avere la gioia in cuore anche quando si soffre, è quella serenità di fondo che non ti lascia mai quando sai di essere tra le braccia del Signore. È quella pace che non ti fa mai disperare. È il dono più grande che possiamo chiedere e che molti ci invidiano.

mercoledì 24: Ct 1,5-6b.7-8b; Sal 22 (23); Ef 2,1-10; Gv 15,12-17
«Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi» (Gv 15, 15)
Gesù ci chiama amici ed è per noi una grandissima gioia. Eppure sa benissimo che a questa amicizia non sapremo rimanere fedeli, che spesso lo deluderemo, lo dimenticheremo, lo tradiremo. Noi non sapremmo mantenere amicizie così, abbandoneremmo presto e volentieri persone di questo tipo, adducendo tutte le nostre buone ragioni ineccepibili. Ma è proprio questo che ci tocca il cuore, è questa misericordia sconfinata che ricomincia milioni di volte a commuoverci. È solo frequentando amici come Lui che impariamo poco a poco ad assomigliarGli almeno un po’, almeno ogni tanto, e ad intuire per un attimo come sia il cuore di Dio.

giovedì 25: Ct 6,1-2; 8,13; Sal 44 (45); Rm 5,1-5; Gv 15,18-21
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me» (Gv 15, 18)
Le persecuzioni contro i cristiani non smettono di interrogarci. Come è possibile che l’amore, il perdono, la fratellanza vengano combattute con rabbia, con quell’odio che arriva a procurare la sofferenza e la morte? Come mai il passare degli anni e dei secoli non ha ancora spento questa violenza che si abbatte su persone miti e benevole? Non smetteremo di impegnarci, di parlare, di denunciare perché tutto quest’assurdità e ingiustizia si fermi presto e per sempre. Però non possiamo dimenticare che con Gesù è successo proprio così. Che le persecuzioni di oggi sono un segno della fedeltà a Lui, della sua presenza che continua in noi. Odiano noi come hanno odiato Lui.

venerdì 26: Ct 7,13a-d.14; 8,10c-d Sal 44 (45); Rm 8, 24-27; Gv 16,5-11
«Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza» (Rm 8, 24-27)
Le nostra lacune sono sempre colmate. È sufficiente rivolgersi allo Spirito e subito siamo strappati dalle mediocrità, dalle fragilità che sempre ci assediano. Veniamo anche sostenuti nella nostra fatica di pregare, perchè è lo Spirito stesso che anima dal di dentro la nostra preghiera e ci porta nel grembo della Trinità. Per questo l’invocazione allo Spirito si rivela preziosa e indispensabile anche nelle circostanze ordinarie della vita, perchè tutto possa svolgersi nel modo più bello e opportuno, quello che Dio ha pensato.

sabato 27: 1Cor 2,9-15a; Sal 103 (104); Gv 16,5-14
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future» (Gv 16, 12-13)
All’inizio della vita spirituale si ha un po’ l’impressione di aver capito tutto, perché in Gesù tutto è stato ormai rivelato ed è troppo grande la gioia di conoscerlo. Con il tempo si impara però che anche nella fede le cose crescono poco a poco. C’è infatti una comprensione intellettuale che fa pensare di aver preso possesso del cristianesimo. Ma c’è un altro itinerario, indispensabile, da percorrere: farne esperienza nella vita concreta, quotidiana. La vita è una grande scuola quando è letta alla luce del Vangelo e a sua volta permette di comprendere meglio anche il Vangelo. In questo itinerario lo Spirito ci accompagna passo dopo passo, senza fretta, per vie che a volte ci sembrano tortuose, ma che conducono alla pienezza della gioia.

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