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Commento alla Parola 20.11.2023 – 25.11.2023

lunedì 20: Ez 4,4-17; Sal 76 (77); Gl 3,5 – 4,2; Mt 11,16-24
«Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite» (Mt 11, 20)
Le parole di Gesù scuotono, afferrano per il bavero, vogliono inquietare la falsa pace delle nostre coscienze. Con tutti i doni immensi che riceviamo ogni giorno, ci ritroviamo poi adagiati in superficialità, divisioni, inconcludenze, lotte e quant’altro. A volte non è così facile distinguere il credente da chi non lo è, il suo comportamento non brilla, né fa sognare. Il passo da compiere è aprire gli occhi su ciò che abbiamo e riceviamo, accorgerci che tutto è donato anche se non è per nulla dovuto. E forti dell’amore di Dio per noi accettare le sfide che abbiamo davanti con coraggio e fiducia, ricompattandoci nell’unità tra noi, perché da soli non si va molto lontano.

martedì 21: Zc 2,14-16; Sal 44 (45); Rm 8,8-11; Mc 3,31-35
«Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla» (Mc 3, 31-32)
L’atteggiamento dei familiari di Gesù assomiglia a quando, con un sms urgente che attende subito una risposta, vogliamo raggiungere un amico che in quel momento è circondato da altre persone o da cose da fare. In certo modo riteniamo legittimo scavalcare tutti, in forza dei diritti dell’amicizia che ci legano a lui. Gesù però non bypassa la folla che lo attornia, perché quelli che ha di fronte sono anche loro suoi familiari, non meno di quelli che lo attendono fuori. La Sua famiglia si è molto allargata, la generatività della sua Parola ha moltiplicato fratelli, sorelle e madri. Tra di loro possiamo esserci anche noi, se viviamo la volontà di Dio.

mercoledì 22: Ez 6,1-10; Sal 31 (32); Abd 1,19-21; Mt 12,22-32
«Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà restare in piedi» (Mt 12, 25)
Gesù sta parlando del diavolo e specifica bene quale sia la sua opera: dividere per far crollare. Ci mostra così un criterio di discernimento semplice e illuminante. Tutto ciò che separa non viene da Dio, ogni parola che mira a far crollare senza ricostruire non viene da Dio. E questo riguarda tutto, Gesù parla infatti di regni, di città, di famiglie, quindi di ogni comunità umana, dalla più grande alla più semplice e originaria. Sono infatti benedetti tutti coloro che si adoperano in mille modi per stemperare le tensioni, per sciogliere i nodi, in modo da avvicinare chi è distante, chi non si parla più, chi coltiva sentimenti negativi: continuano l’opera di Dio.

giovedì 23: Ez 6,1.11-14; Sal 26 (27); Ag 2,1-9; Mt 12,33-37
«La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive» (Mt 12, 34-35)
Visto che nessuno di noi è sempre buono o sempre cattivo, possiamo e dobbiamo vigilare con cura su ciò che diciamo. Anzitutto le parole che escono dalla nostra bocca parlano di noi, di come stiamo, di qual è la nostra temperatura spirituale di quel momento, se l’anima è in salute o ha il Covid. Ma possiamo anche compiere diverse operazioni: favorire le parole incoraggianti, frenare critiche e lamentele, condire le osservazioni dirette verso qualcuno con apprezzamenti, con comportamenti positivi da lui tenuti, insomma orientare le conversazioni, perché acquistino una piega edificante e non squalificante.

venerdì 24: Ez 7,1-14; Sal 105 (106); Ml 2,4-9; Mt 12,38-42
«Allora alcuni scribi e farisei gli dissero: “Maestro, da te vogliamo vedere un segno”» (Mt 12, 38)
A volte anche noi vogliamo decidere le condizioni per credere. Vogliamo miracoli, prove tangibili e rischiamo di rimanere delusi. Occorre un cuore pronto allo stupore, che sa vedere segni nelle piccole cose di ogni giorno, che non si aspetta nulla, ma sa che la maggior parte delle cose arriveranno quando meno te le aspetti. È sempre un dono: come avvenne per i pastori di Betlemme, per i quali il segno era «un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2, 12), ciò che di più semplice potesse esserci!

sabato 25: Ez 7,1.15-27; Sal 101 (102); Eb 8,6-10; Mt 12,43-50
«Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12, 49-50)
I legami familiari per Gesù non sono quelli del sangue, ma quelli dello spirito. Per essere considerati Suoi fratelli occorre fare la volontà di Dio. Gesù pertanto in questa circostanza non disconosce Maria, anzi ce la pone come modello, come esempio di discepola perfetta. Infatti il suo sì alla volontà di Dio sulla sua vita è iniziato con l’annunciazione ed è durato per tutta la vita.

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