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Commento alla Parola 18.12.2023 – 23.12.2023

lunedì 18: Rt 1,1-14; Sal 9; Est 1,1a-1r; 1-5.10.11-12; 2,1-2.15-18; Lc 1,1-17
«Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore» (Lc 1, 13-15)
È bello essere genitori di un figlio che lascia un’orma luminosa nella storia della salvezza. Diventa sorgente di gioia e di speranza per tanti, e molte delle sue opere stupiscono e aprono orizzonti. Vediamo infatti che il mondo può cambiare solo se ci sono persone che indicano con la vita nuove mete, che fanno vedere la presenza operante di Dio negli avvenimenti, che coinvolgono e trascinano verso una vita più coraggiosa e generosa. È Dio a suscitarle, a farle crescere, spesso nel segreto, lontano dai riflettori. Questo avviene in ogni epoca e spesso imprime una svolta inattesa anche alle situazioni più difficili e senza speranza.

martedì 19: Rt 1,15-2, 3; Sal 51 (52); Est 3,8-13; 4,17i-17z; Lc 1,19-25
«Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: “Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini”» (Lc 1, 24-25)
Elisabetta è felice perché il suo sogno antico di diventare madre all’improvviso si sta avverando. Ne ringrazia Dio di cuore, si sente liberata dalla vergogna che gravava sulle donne sterili del suo tempo, le sembra troppo bello perché sia vero. Non ha ancora realizzato che è solo agli inizi delle sorprese: non è solo in attesa di un bambino, ma di un bambino speciale, al quale Dio affida una missione straordinaria. Forse anche lei, come Maria, sarà ancora in vita quando il figlio le sarà brutalmente tolto e quindi anche a lei una spada trapasserà l’anima, ma rimarrà nella storia di ogni tempo come la madre del più grande profeta e molte porteranno il suo nome.

mercoledì 20: Rt 2,4-18; Sal 102 (103); Est 5,1-8; Lc 1,39-46
«È beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1, 45)
Elisabetta è entusiasta della fede di Maria, vede in lei quella certezza su Dio e quella convinzione nella verità delle sue parole che suo marito non ha avuto e che forse neppure lei avrebbe saputo testimoniare. Non è indispettita, né gelosa nel vedere che Maria è più avanti di lei, dà invece spazio all’ammirazione sincera del cuore, all’accoglienza sorpresa e felice, alla festa dell’incontro, alla comunicazione immediata del sussulto di Giovanni nel suo grembo che lei subito interpreta come una gioia che si moltiplica. È libera Elisabetta, sa gioire dei doni altrui e li sente suoi.

giovedì 21: Rt 2,19-3, 4; Sal 17 (18); Est 7,1-6; 8,1-2; Lc 1,57-66
«Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: “No, si chiamerà Giovanni”» (Lc 1, 59-60)
Elisabetta ha ben compreso nei mesi della gravidanza che la nascita di suo figlio non è soltanto un dono per lei, ma rientra in un progetto di Dio molto più grande, che poco a poco si andrà svelando. Nutre perciò un grande rispetto, ha quel timor di Dio che è percezione della presenza reale ed attiva di Dio nella sua vita. Rimane perciò fedelissima a quello che l’angelo ha detto a suo marito Zaccaria, al nome che lui ha pronunciato, senza temere le reazioni e le critiche di chi le sta accanto, senza preoccuparsi di modificare tradizioni secolari della sua cultura.

venerdì 22 Rt 3,8-18; Sal 106; Est 8,3-7a.8-12; Lc 1,67-80
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo» (Lc 1, 68)
Le prime parole di Zaccaria dopo nove mesi di silenzio sono parole di benedizione. C’è uno stupore lungamente coltivato dentro il suo cuore, nel vedere che Dio ha fatto davvero un’irruzione molto decisa nella sua vita, sconvolgendola e riempiendola di luce. Il suo è stato un morire e un risorgere: bloccato nel mutismo, impedito di pronunciare parole vane, esplode adesso in un cantico di ammirazione e di gioia verso Dio. Si è sentito visitato dall’amore personale di Dio per lui, guarito nella sua incredulità, coinvolto in un compito grandioso, quello di essere padre di un figlio che segnerà la storia della salvezza.

sabato 23 Rt 4,8-22; Sal 77 (78); Est 9,1.20-32; Lc 2,1-5
«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra» (Lc 2, 1)
Censimento, censire: parola che ricorre quattro volte in cinque versetti. La decisione dell’imperatore condiziona e in alcuni casi sconvolge la vita di milioni di persone. Costringe tutti ad adeguarsi, crea un contesto di scombussolamento, di viaggi, di disagi. È facile pensare che sia l’argomento del giorno sulla bocca di tutti, che polarizzi l’attenzione. E mentre tutti parlano d’altro, Dio sta scendendo sulla terra, viene a cambiare la storia, a riempirla di Sé, di amore, di risurrezione, di fraternità. È questo il vero evento decisivo, che si consumerà nel segreto di una grotta, lontano dagli sguardi di tutti.

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