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Commento alla Parola 18.03.2024 – 23.03.2024

lunedì 18: Gen 37,2a-b;39,1-6b; Sal 118 (119); Pr 27,23-27b; Mc 8,27-33
«Ed egli domandava loro: “Ma voi, chi dite che io sia?”. Pietro gli rispose:
“Tu sei il Cristo”. E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed
essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire
ucciso e, dopo tre giorni, risorgere» (Mc 8, 29-31)
Appena Gesù viene riconosciuto come il Messia, incomincia a spiegare chi sia il Messia: un uomo che deve soffrire. E lo dice apertamente perché chiunque lo voglia seguire sappia che prima o poi su quella croce dovrà salire. Ognuno di noi sa che proprio nei momenti più difficili della propria vita si è sentito più vicino al Signore e proprio quei momenti ci hanno segnato più di tutti gli altri e ci hanno svelato l’immagine di Dio Amore.

martedì 19: Sir 44,23g–45,2a.3d-5d; Sal 15 (16); Eb 11,1-2.7-9.13a-c.39–
12,2b; Mt 2,19-23
«Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret» (Mt 2, 21-23)
Nazaret era un villaggio di nessuna importanza, mai nominato nel Primo
Testamento. A Nazaret Gesù condurrà una vita semplice e nascosta per
trent’anni. Per seguire Gesù occorre percorrere questa strada, vivere ogni giorno la propria quotidianità senza voler apparire, accettando di seguire la strada che il Signore ci indica, anche quando ci appare ripetitiva e di poco conto. Ci penserà Lui a farci capire dove ci vuole.

mercoledì 20: Gen 49,1-28; Sal 118 (119); Pr 30,1a.2-9; Lc 18,31-34
«Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai
profeti riguardo al Figlio dell’uomo: verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi e, dopo averlo flagellato, lo
uccideranno e il terzo giorno risorgerà» (Lc 18, 31-33)
Il Signore ama gli uomini a tal punto da lasciarsi consegnare senza opporre
resistenza. È la libertà estrema quella di chi accetta liberamente di amare fino in fondo. Come un genitore che pur di vedere la salvezza di un figlio è disposto a perdere anche la propria vita. È l’amore puro che diventa passivo, perché disposto a tutto per la salvezza di chi ama.

giovedì 21: Gen 50,16-26; Sal 118 (119); Pr 31,1.10-15.26-31; Gv 7,43-53
«Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: “La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?”» (Gv 7, 50-51)
Capita anche a noi. Di farci un’opinione su qualcuno per sentito dire, ma quando incontriamo e ascoltiamo questa persona dobbiamo poi rivedere la nostra posizione. Oppure di ritenere di avere tutte le ragioni del mondo nell’accusare qualcuno e ritrovarci invece, dopo un colloquio chiarificatore, con un’idea tutta cambiata. Ciò che fa la differenza è l’ascolto: pacato, aperto, desideroso di capire e non di vincere, disposto a ritornare sui propri passi. E quest’ultimo è l’atteggiamento più difficile e raro, perché un po’ di orgoglio ce l’abbiamo tutti.

venerdì 22: (Mt 27, 55-56)
«Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano
seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c’erano Maria di Màgdala,
Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo»
Gli apostoli, tranne Giovanni, sono spariti. Restano le donne, saranno le testimoni della passione e della resurrezione di Gesù. Senza di esse tanti particolari non sarebbero giunti fino a noi. È la solita logica al contrario di Dio. Tra gli Ebrei la testimonianza di una donna non valeva, e qui le vere testimoni sono loro, segno di quanto il Signore affidi se stesso e la Sua parola al mondo femminile.

sabato 23: Dt 6,4-9; Sal 77 (78); Ef 6,10-19; Mt 11,25-30
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita» (Mt 11, 28-29)
A volte il peso delle cose ci schiaccia, in alcune situazioni ci sentiamo impotenti, vorremmo intervenire, ma non sappiamo come fare. È il momento di smettere di pensare e affidarsi al Signore. E piano piano tutto si chiarisce in noi, come se non ci fosse più la nebbia che appannava tutti i nostri pensieri. Ci verranno in mente soluzioni completamente diverse da quelle che avevamo pensato. Magari ci costeranno, perché occorrerà mettere un po’ da parte il nostro amor proprio, il nostro protagonismo, ma ci lasceranno una pace immensa.

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