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Commento alla Parola 14.08.2023 – 19.08.2023

lunedì 14: 2Re 17,1-12; Sal 59 (60); Lc 12,1-3
«Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce» (Lc 12, 2-3)
È finito il tempo delle allusioni, delle verità a metà, del “detto e non detto”. Dio, mandando Suo figlio nel mondo, ha deciso di non avere più segreti. La rivelazione del volto di Dio nella persona di Gesù vuole raggiungere tutti, vuole portare risposta ad ogni quesito, saziare ogni sete di ricerca. Tutto può essere proclamato, senza più paura, perché la luce brilli in ogni ambito e ogni uomo ne sia rischiarato. Perciò, se anche il nostro parlare sarà franco, leale, non reticente, tutti ne guadagneranno e il Vangelo diventerà sempre più ricchezza per tutti.

martedì 15: Ap 11,19 – 12,6a.10ab; Sal 44 (45); 1Cor 15,20-26; Lc 1,39-55
«È beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1, 45)
Ogni parola di Dio contiene una promessa. I modi in cui si realizza non sono certo prevedibili, perché Dio è molto fantasioso e si serve proprio di tutto per ottenere quanto ha stabilito. I tempi poi sono davvero imprevedibili: a volte siamo sorpresi dalla rapidità, altre volte l’attesa dura in modo snervante, logorante. Ciò che Elisabetta loda di Maria è questa tenacia nel fidarsi completamente di Dio, questa certezza che noi dimentichiamo le nostre promesse, ma Dio no. E Maria Assunta in cielo ci racconta che la fedeltà di Dio non riguarda solo la vita di quaggiù, ma si spiegherà anche lassù per tutta l’eternità.

mercoledì 16: 2Re 19,9-22.32-37; Sal 47 (48); Lc 12,8b-12
«Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio» (Lc 12, 8)
Quando riusciamo a vincere le nostre paure e diciamo con semplicità e verità ciò in cui crediamo, ci accorgiamo di essere davvero noi stessi. Ci sentiamo liberi e anche felici, soprattutto se in altre circostanze non siamo riusciti a fare altrettanto. E dentro nasce anche una conferma interiore di essere sulla strada giusta, arricchita da un fatto: il Vangelo annunciato con franchezza è un dono che ritorna su di me, quella verità brilla ora ai miei occhi in modo più convincente, ne percepisco meglio la bellezza e questo sprona a nuovi passi nella stessa direzione.

giovedì 17: 2Re 22,1-2; 23,1-3.21-23; Sal 20 (21); Lc 12,13-21
«Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio» (Lc 12, 8)
Quando riusciamo a vincere le nostre paure e diciamo con semplicità e verità ciò in cui crediamo, ci accorgiamo di essere davvero noi stessi. Ci sentiamo liberi e anche felici, soprattutto se in altre circostanze non siamo riusciti a fare altrettanto. E dentro nasce anche una conferma interiore di essere sulla strada giusta, arricchita da un fatto: il Vangelo annunciato con franchezza è un dono che ritorna su di me, quella verità brilla ora ai miei occhi in modo più convincente, ne percepisco meglio la bellezza e questo sprona a nuovi passi nella stessa direzione.

venerdì 18: 2Re 24,8-17; Sal 136 (137); Lc 12,22-26
«Per questo io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete» (Lc 12, 22)
Sono parole con cui Gesù confida in certo modo ai suoi amici il Suo segreto. Com’è possibile vivere senza preoccuparci del cibo e dei vestiti? È semplice, dice Gesù, occorre confidare nel Padre che abita per intero la vita dei suoi figli. Certo, occorre occuparsi di ciò che serve a vivere, essere laboriosi, previdenti, attenti, specie se abbiamo responsabilità per altri. Ma l’ansia va bandita. È una mancanza di fede. È un vivere come se fossimo soli, orfani, abbandonati nel mare della storia. Gesù ha sempre sperimentato l’Amore concreto del Padre e ci educa a fare come Lui, ci ricorda che non c’è delusione per chi confida in Dio.

sabato 19: Dt 4,32-40; Sal 94 (95); Eb 12,25-29; Mt 7,21-29
«In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”» (Mt 7, 22-23)
Sembra strano che una persona possa essere così spiritualmente dissociata: servire Dio compiendo tante opere che gli Lui stesso gli richiede e al tempo stesso vivere distante da Lui, fuori dall’amore, dalla conversione al Vangelo che pur predica. Eppure è molto facile che succeda! Il discrimine è sottile: confondere Dio con le opere di Dio, moltiplicare le cose da fare, cercando in esse la propria soddisfazione e affermazione, ambire a ruoli, riconoscimenti e applausi che nulla hanno a che fare con il Vangelo. Solo la Parola ascoltata e vissuta ci difende da questi rischi gravissimi.

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