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Commento alla Parola 11.03.2024 – 16.03.2024

lunedì 11: Gen 25,19-26; Sal 118 (119); Pr 22,17-19.22-25; Mt 7,1-5
«O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave?» (Mt 7, 4)
Una trave in un occhio (sempre che ci potesse stare) lo renderebbe
completamente cieco. È questo il rischio del giudizio. Noi pensiamo di vederci chiaro, di avere tutti gli elementi, argomentati in modo inoppugnabile, per inchiodare l’avversario (o anche semplicemente il fratello o la sorella) alle sue colpe. Invece siamo ciechi. Crediamo di vedere e non vediamo. È sufficiente a volte la pazienza, la misericordia, la fiducia vissute con continuità in modo coraggioso a mostrarci che, con tutte le nostre buone ragioni, ci stavamo sbagliando, avevamo davvero torto.

martedì 12: Gen 25,27-34; Sal 118 (119); Pr 23,29-32; Mt 7,6-12
«Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti». (Mt 7, 12)
È una frase formidabile perché riassume e sintetizza un’infinità di libri, va al cuore dell’etica umana, offre a chiunque il criterio di ogni regola morale. Se fosse applicata diventerebbe in un attimo la soluzione di un’infinità di problemi che affliggono l’umanità. Il fatto che sia presente, con formulazioni diverse, in tutti i libri delle grandi tradizioni religiose e spirituali mostra che è una legge scritta nel cuore dell’uomo: ascoltandola e vivendola si attivano le energie migliori, si realizza la fraternità universale, la speranza divampa, la gioia dilaga.

mercoledì 13: Gen 32,23-33; Sal 118 (119); Pr 24,3-6; Mt 7,13-20
«Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!» (Mt 7, 13-14)
Visti dal di fuori, quelli che si impegnano in una vita esigente e sacrificata
appaiono persone che non sanno gustare la vita, che si condannano ad un’inutile tristezza. In realtà loro sanno bene di aver scoperto il segreto della vera gioia e fanno di tutto per tenerselo ben stretto. Per tutti la strada «che conduce alla vita» è sempre stretta, in salita, chiede impegno e coraggio, determinazione e disponibilità a fare fatica. Ma, lo vediamo bene attorno a noi, non c’è un altro modo per realizzare qualcosa di grande e di duraturo, che resiste con tenacia alle prove e lascia una scia di luce dietro di noi.

giovedì 14: Gen 35,9-20.22b-26; Sal 118 (119); Pr 25,1; 27,9-11a; Mt 7,21-29
«In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”» (Mt 7, 22-23)
Sembra impossibile che una persona possa fare miracoli e rimanere un uomo iniquo. Eppure sappiamo per esperienza che dei doni di Dio possiamo facilmente impossessarci e vantarci come fossero meriti nostri e che si può benissimo essere strumenti di salvezza per altri rincorrendo nel cuore solo la stima, il prestigio, i privilegi, la propria autoaffermazione, per alimentare il nostro orgoglio. Occorre perciò imparare ogni giorno a bere noi per primi l’acqua con la quale dissetiamo i fratelli, a non cullarci mai nei nostri successi, ma ricominciare incessantemente ad amare.

venerdì 15: (Mt 27, 20-23)
«Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: “Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?”. Quelli risposero: “Barabba!”. Chiese loro Pilato: “Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?”. Tutti risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli disse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora gridavano più forte: “Sia crocifisso!”»
Sembra impossibile che l’irrazionalità possa giungere a questi livelli, che la
manipolazione delle masse possa spingerle a comportamenti così assurdi e
violenti. Eppure quel popolo non è diverso da noi. Certo, oggi i metodi sono più subdoli, il dilagare delle fake news per esempio, create con intenti precisi, orienta movimenti di opinione, scelte e decisioni. A volte siamo vittime consapevoli e ci lasciamo manovrare. Sono quelle strutture di peccato di cui anche Gesù è stato vittima, per riempire anche questo buio con la luce del suo perdono e la potenza della redenzione.

sabato 16: Gl 3,1-5; Sal 88 (89); Rm 8,12-17b; Mt 19,13-15
«Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli» (Mt 19, 14)
Non è difficile ostacolare un bambino, impedirgli di fare qualcosa, Gesù lo sa bene. Il pericolo è di privarlo del tesoro più grande, che è l’incontro con Lui. E per estensione Gesù pensa a coloro che non sono bambini all’anagrafe, ma nel cuore. Sono quelli che si fidano di Lui, che ascoltano, che sono disposti a cambiare, a convertirsi, a seguirLo anche quando non capiscono, sapendo che poi capiranno. I bambini sono duttili, plasmabili e il Regno dei Cieli ha bisogno di persone così, che ad ogni età abbandonino le proprie sicurezze per gettare tutto in Dio.

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