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Commento alla Parola 01.01.2024 – 06.01.2024

lunedì 1: Nm 6,22-27; Sal 66 (67); Fil 2,5-11; Lc 2,18-21
«Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2, 19)
Dovremo ringraziare in eterno Maria anche per aver custodito con cura i ricordi più preziosi di Gesù. Li ha trattenuti nella memoria del cuore, li avrà rivisitati a più riprese per trovare in essi consolazione e speranza, ma anche per cercare di comprendere sempre meglio cosa le insegnavano sul mistero del Figlio. Questa custodia è un esercizio difficile oggi, perché siamo distolti costantemente e attratti da nuove notizie, da mille avvenimenti e tutto rischia di scivolare via dal ricordo, anche i doni più preziosi di Dio. Fermarsi, annotare, custodire diventano così verbi importanti negli auguri che ci scambiamo all’inizio del nuovo anno.

martedì 2: Dn 2,26-35; Sal 97 (98); Fil 1,1-11; Lc 2,28b-32
Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza (Lc 2, 29-30)
Simeone è vecchio eppure sa ancora attendere e guardare al domani con speranza. Non è fermo sui ricordi del passato, aspetta ciò che Dio ha promesso e si fida. E questa fiducia non viene tradita. Come Luce nella notte gli arriva dinnanzi questo Bambino ed egli, mosso dallo Spirito, lo riconosce, vede la Salvezza. Che ognuno di noi riesca a mantenere questa giovinezza del cuore, quella di chi sa attendere ogni giorno l’Amato.

mercoledì 3: Dn 2,36-47; Sal 97 (98); Col 1,1-7; Lc 2,36-38
«Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere» (Lc 2, 37)
Abitare sempre nel tempio significa custodire ad ogni istante nel cuore la presenza di Dio. Quando poi il dialogo con Lui è frequente, quasi costante, si coltivano pensieri, impressioni, progetti e anche attese molto tipiche, speciali, che non ci sfiorano se viviamo distratti. La profetessa Anna fa esperienza di tutto questo, sa riconoscere subito il dono immenso che è la presenza del bambino Gesù nel tempio, il suo cuore è in festa, ne parla con tutti quelli che vede, perché è proprio quello il centro vitale e affettivo che riempie di bellezza tutta la sua vita e non può trattenere la sua gioia.

giovedì 4: Dn 7,9-14; Sal 97 (98); 2Ts 1,1-12; Lc 3,23-38
«Gesù, quando cominciò il suo ministero, aveva circa trent’anni» (Lc 3, 23)
L’età in cui Gesù inizia la sua missione pubblica è quella di un uomo maturo, nell’esperienza umana di quell’epoca. Non soltanto nel pieno delle sue energie psicofisiche, ma anche ormai esperto nella vita adulta. Trent’anni infatti era anche l’età formale per accedere al sacerdozio. Non si tratta perciò di un giovanotto brillante ancora inesperto che si tuffa con slancio e audacia nella vita sociale, ma di una persona che ha già accumulato un bagaglio notevole di esperienze e di sapienza, dalla personalità ormai ben stagliata. Un uomo, quindi. L’uomo in pienezza. Il nuovo Adamo, il vero capostipite dell’umanità.

venerdì 5: Tt 3,3-7; Sal 71 (72); Gv 1,29a.30-34
«Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me» (Gv 1, 30)
Gesù non è soltanto un uomo vissuto in un momento puntuale della storia, ma contiene in Sé l’intero genere umano. È il “primo pensato”,
è guardando al Figlio che il Padre ha dato origine all’umanità. San Paolo spiegherà che il primo Adamo del racconto biblico delle origini è in funzione, in attesa del nuovo Adamo, senza il quale nessuno avrebbe mai la Vita: «Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita» (1 Cor 15, 22). Per tutto questo, solo se guardiamo Gesù comprendiamo chi siamo, solo se Lo ascoltiamo troveremo risposta alle nostre domande, solo se viviamo la Sua Parola viviamo per davvero.

sabato 6: Is 60,1-6; Sal 71 (72); Tt 2,11-3,2; Mt 2,1-12
«Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima» (Mt 2, 9-10)
Nella vita tutti abbiamo avuto una o più comete ad indicarci la via per arrivare a Gesù. Sono state persone incontrate nella realtà o attraverso ciò che hanno scritto e fatto. A volte sono state una luce abbagliante nella notte intorno a noi, altre un tenue lume per dissolvere la nebbia e il torpore che ci circondava. Abbiamo ricevuto tanto e il Signore ora ci chiede di essere questa luce per altri, soprattutto per le nuove generazioni. È un’epoca in cui mancano i maestri, è inutile che ci guardiamo intorno, tocca a noi, come possiamo e come riusciamo. Al resto ci pensa Lui.

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