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“Non temere … “: omelia dell’arcivescovo del 8 settembre 2021

Solennità della Natività della B.V. Maria  – CELEBRAZIONE EUCARISTICA – OMELIA
Milano, Duomo – 8 settembre 2021.

Scarica qui ,l’omelia.Delpini-Omelia 8 settembre

Non temere! Chiamati per rivelare il nome del Salvatore.
Non temere, Giuseppe, figlio di Davide!
Non temere, Giuseppe! Il progetto del Dio dei nostri padri di salvare il suo popolo non si
realizza con l’irruzione di una potenza superiore che frantuma il progetto coltivato nella
tua giovinezza, che mette fine al sogno d’amore che rende attraente il tuo futuro. Non
temere Giuseppe, non tirarti indietro, non pensare pensieri sbagliati, non prendere
decisioni rinunciatarie!
Non temere, Giuseppe! Non accontentarti di una vita pensata come una sistemazione
nell’anonimato di una vita qualsiasi, in un paese qualsiasi, per coltivare la speranza di
Israele come una vaga promessa di un futuro promettente per altri, per chi sa chi!
Oggi per te si compie la promessa! Oggi con te il Dio dei nostri padri compie il suo
disegno di salvezza. Oggi l’angelo di Dio ti chiama per dare al figlio che nasce da Maria
il nome che ne indica la missione! Oggi è il giorno della tua vocazione.

Non temete, fratelli ammessi tra i candidati all’ordine sacro.
Voi che esprimete pubblicamente la vostra disponibilità per essere chiamati al ministero
presbiterale e diaconale siete oggi accompagnati da segni di festa e di incoraggiamento,
forse anche di ammirazione e di simpatia. Intravedete però che il ministero per il quale
siete disponibili non sarà una garanzia di successo e di popolarità, non sarà una letizia
assicurata come pacifico possesso. Voi infatti forse avvertite che anche tra i consacrati
sono stati seminati dal maligno il malumore e il risentimento, la frustrazione e lo
scoraggiamento.
Viene però l’angelo del Signore per annunciarvi la parola del Signore e vi dice: non
temete, voi che siete chiamati a ricordare a questa generazione l’unico nome sotto il cielo
in cui possiamo essere salvati. Non temete di dire Gesù.
Se vi dicono: ormai il vostro tempo è passato, questo tempo non ha più bisogno di voi e
di Gesù perché si è accomodato nella disperazione, voi non temete di annunciare che Gesù
vuole salvare anche questo tempo dai peccati e rendere possibile la gioia e la speranza.
Se vi dicono: siete rimasti in pochi, la vostra presenza nella società è irrilevante, le
discussioni che si scatenano anche tra voi dimostrano che neppure voi sapete che cosa
fare e dove andare, non temete di testimoniare che la vostra strada è quella di Gesù, che
quello che sperate è di condividere la vita, la compassione, il servizio e persino la morte
di Gesù per entrare con lui nella gloria della risurrezione.
Se vi dicono: i giovani e i ragazzi d’oggi vivono in un altro mondo in cui la vostra fede,
la vostra morale, i vostri riti risuonano come una stranezza esotica, non temete di offrire
la vostra testimonianza che la vita è una vocazione, che la coerenza è un motivo di
fierezza, che la celebrazione dei santi misteri è il principio di un umanesimo sempre
nuovo, sempre fiducioso.

Non temere, santa Chiesa di Dio che sei in Milano.
Mentre si avvia questo nuovo anno pastorale, ancora segnato dall’incertezza e
dall’inquietudine per la pandemia che ci ha duramente colpito, anche a tutti noi l’angelo
del Signore annuncia: non temere, santa Chiesa di Dio che sei in Milano!
Non temere la tristezza, non temere la solitudine, non temere lo smarrimento, non temere
la costatazione che il gregge si sia disperso, che risorse e forze siano diminuite. Non
temere! Sii lieta!
La tua gioia, infatti, viene dal Signore e dall’amicizia con lui, dalle sue confidenze: queste
cose vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Non temere,
continua a lodare il Signore fin dal mattino, continua a ringraziare il Signore, ogni sera.
Se c’è tristezza nella Chiesa, deriva forse da uno zelo senza preghiera, da un affaticarsi
senza rimanere in Gesù come il tralcio nella vite. Chiedo a tutti i fedeli, chiedo a tutti i
consacrati, chiedo ai nonni e ai genitori di pregare e di insegnare a pregare perché tutti
possano attingere alla fonte della gioia che non delude, perché è una fonte zampillante
per la vita eterna.
Mentre si avvia questo anno pastorale in un contesto di frenesia per la ripresa, di
comunicazioni selezionate per occultare le radici profonde dei drammi del nostro tempo,
non temere, santa Chiesa di Dio, di annunciare che la buona notizia del Salvatore non è
una generica astrazione, ma è il vangelo della famiglia, il vangelo della vocazione, il
vangelo della vita eterna. Non temere di essere libera, anche a costo di essere impopolare
per seguire il tuo Signore che non ha cercato la gloria del mondo ma la fedeltà a Colui
che lo ha mandato.
Mentre si avvia questo anno pastorale con il proposito che la sinodalità non sia
uno slogan di moda, non sia una produzione di carte e un logoramento di riunioni, ma la
condivisione delle responsabilità per la missione, non temere, santa Chiesa di Dio, di
creare occasioni e contesti per l’ascolto. Non temere di dare parola a tutti, uomini e donne,
giovani e adulti, italiani e fedeli di ogni paese. Non temere di accogliere il dono dello
Spirito che raduna i molti perché siano una cosa sola. Il Padre ascolta la preghiera del
Figlio: che siano una cosa sola. Possiamo quindi avere fiducia che anche la preghiera
nostra sia esaudita. “Dona la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un
solo corpo e un solo spirito” (Preghiera Eucaristica III). L’unità dei credenti è frutto della
docilità piuttosto che dell’organizzazione: impariamo ancora a pregare! L’unità nella
pluralità implica la stima vicendevole: abbiamo bisogno di esercizi di conoscenza
reciproca per rendere grazie al Signore che ci chiama a essere fratelli e sorelle tutti.
L’unità della Chiesa è l’umile, imperfetto servizio alla speranza che l’umanità non è
condannata all’ostilità, ma è chiamata alla pace e noi, così imperfetti e inadeguati come
siamo abbiamo la missione di annunciare la convocazione escatologica di tutti i popoli,
nazioni e lingue. Continuiamo con pazienza, fiducia, umiltà a costruire comunità in cui si
viva la carità e si offra a tutti la parola che convoca i fratelli e le sorelle di ogni chiesa, di
ogni comunità di ogni popolo intorno all’unico Signore.
Mentre si avvia il nuovo anno pastorale vorrei essere anch’io un angelo del
Signore per dire ancora a tutti: non temete. Non temete di farvi avanti per la vocazione ad
essere ministri ordinati. Non temete di essere pietre vive perché la nostra Chiesa sia unita,
libera, lieta.

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