Festival della Missione
CELEBRAZIONE EUCARISTICA – OMELIA
Milano, Duomo – 2 ottobre 2022
Non dica l’eunuco: ecco io sono un albero secco!
1. La desolazione dell’impotenza.
Mentre si raccontano le meraviglie della carità, mentre si rilegge la gloria di una storia, mentre si affaticano i volontari dell’intraprendenza intelligente, mentre si ascoltano con ammirazione e compassione le testimonianze di fratelli e sorelle che si fanno voce di Chiese che vivono, celebrano, sperano e soffrono in altri paesi di questo piccolo pianeta, si insinua però come un velo di tristezza, un senso di sconfitta.
Nelle nostre comunità cristiane d’Italia serpeggia una intima persuasione di impotenza.
Facciamo tante cose belle, ma manchiamo lo scopo di tutto: far conoscere Gesù, far percepire il suo amore, la sua attrattiva. Siamo contenti di aver scelto di seguire Gesù nella vita consacrata, come preti, suore, consacrati e consacrate; siamo contenti di aver vissuto il matrimonio come vocazione santa; siamo contenti di avere dato volto alla nostra comunità, al nostro calendario, al nostro territorio. Siamo contenti, ma vediamo le cose andare a finire, siamo come un alberto secco. Ha prodotto tanti frutti dolcissimi, ma adesso è inutile, non produce più niente. Siamo contenti di aver vissuto la nostra vocazione, ma adesso non riusciamo a convincere che la nostra vocazione ha una attrattiva meravigliosa.
2. Il rimprovero del profeta.
Il profeta, in nome di Dio, rimprovera chi si sente un ramo secco, chi si sente uno straniero escluso dalla festa che Dio prepara per il suo popolo.
Il profeta rimprovera quindi anche le nostre comunità e ciascuno di noi che lamenta la sua incapacità di generare, il suo rassegnarsi al declino.
Ma il rimprovero del profeta non propone come rimedio una ricetta per contrastare il declino o per incrementare l’efficacia. Attesta invece la promessa: l’eunuco … lo straniero … li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera (Is 56,7). Dio si prende cura della gioia del suo popolo e chiede al suo popolo di fidarsi di lui. La vita cristiana è quel darsi molto da fare per abbandonarsi, per lasciarsi fare. I frutti dell’albero non sono il risultato di una nuova tecnica di coltivazione, ma sono il dono di Dio, l’opera di Dio.
Accogliete il dono di Dio, lasciatevi condurre, voi tutti che non sapete dove andare, che non sapete come fare. Accogliete il dono, continuare a sorprendervi dalla
manifestazione dell’opera di Dio che ci compie in Gesù.
3. Vivere perdono
Come potrà essere la vita di chi vive del dono che riceve, di chi ospita la grazia di Dio? L’originalità della manifestazione di Dio rende i discepoli originali. E la pagina del Vangelo descrive l’originalità cristiana.
Quali tratti possono rendere riconoscibile l’originalità cristiana? Quale spirito anima questo Festival della Missione e la partenza verso la missione che celebriamo?
I cristiani sono originali. Sono grati. Sono lieti. Sono Rendono grazie. Sono pieni di speranza. In virtù della speranza e della consolazione che provengono dalle
Scritture teniamo viva la speranza. E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Gesù Cristo, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Accoglietevi gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. (Rm 15,4-7). I cristiani sono originali. Non fanno il bene solo a coloro da cui si aspettano il bene, ma fanno il bene anche a chi fa loro del male. L’originalità cristiana è la conformazione al Dio – Amore. L’originalità cristiana è la misericordia: siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso. La misericordia nasce dal cuore di Dio che si prende cura dei suoi figli. Non si muove da un calcolo di efficacia, ma da una docilità allo Spirito; non è una ingenua accondiscendenza, ma annuncia e attesta un umanesimo della fiducia nell’umanità dell’uomo e nella fedeltà di Dio.
I cristiani sono originali, vivono per essere dono, fino al perdono. Abitano la terra per seminarvi la riconciliazione. Sono operatori di pace, perché non possono rassegnarsi all’ingiustizia, ma non ritengono che il rimedio all’ingiustizia sia la violenza, piuttosto la mitezza, la perseveranza, l’intercessione.
I cristiani sono originali. Sono convinti che la vita sia vocazione. Ascoltano la voce che chiama e rispondono: Amen, sì, amen! Sì questa è la mia vita fare della vita un dono. Si interrogano sulle proprie scelte di vita, sullo stile quotidiano e sulle decisioni definitive e dicono sì, amen! Così voglio vivere, come un dono, sì amen!
Dunque quattro parole affido al nostro cammino: il rendimento di grazie, la misericordia, la riconciliazione, la vocazione.