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Commento alla Parola: 6.6.2022 – 11.6.2022

Lunedì 6: Dt 16,9-12; Sal 80 (81); Lc 21,1-4
«Alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine» (Lc 21,-2)
Gesù vede la stessa realtà che vedono tutti. Ma il suo sguardo va in profondità, legge nel cuore e porta alla luce ipocrisie da rimuovere e umiltà da ammirare. Soprattutto si concentra sul bene che c’è, sulla luce nascosta, che molti non vedono: la mette in evidenza, ne racconta la bellezza, la rende desiderabile. E così questa povera vedovella anonima acquista tutta la statura poderosa che ha davanti agli occhi di Dio, mentre l’appariscenza dei ricchi si ridimensiona fino a diventare trascurabile. Ma il guadagno è questo sguardo pieno di verità sulla realtà, che anche noi dovremmo sempre coltivare.

Martedì 7: Es 19,1-6; Sal 80 (81); Lc 12,35-38
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito» (Lc 12, 35-36)
La prontezza con la quale ci dirigiamo a vivere in ogni attimo presente quello che Dio ci chiede è un modo efficace per prepararci all’incontro finale con Lui. Ma è al tempo stesso la strada per non sprecare occasioni, per mettere a frutto il tempo che ci è dato, non con la smania di riempirlo di cose e di impegni, ma con la disponibilità a viverlo nelle mille diverse espressioni dell’amore. È così che si gusta la vita in pienezza, accettandone anche l’amarezza, ma sapendo che da ogni spina Dio sa far sbocciare una rosa, se rimaniamo nel Suo amore.

Mercoledì 8: Es 19,7-15; Sal 117 (118), Lc 8,42b-48
«Gesù disse: “Chi mi ha toccato?”. Tutti negavano. Pietro allora disse: “Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia”. Ma Gesù disse: “Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me”» (Lc 8, 45-46)
I doni di guarigione con cui Gesù ha beneficato le persone che incontrava sono innumerevoli. E questa abbondanza continua a scendere quotidianamente nella vita di ogni persona. Talora non ne siamo consapevoli, altre volte rimane un segreto fra noi e Gesù, che non viene mai rivelato. Assomiglia un po’ alla vita di quei pesci che vivono negli abissi del mare, vita che da una certa profondità in poi ci rimane completamente oscura e sconosciuta. Ma in altre circostanze questi doni vengono allo scoperto, perché Lui stesso lo vuole. E ci accorgiamo che i doni di Dio quando sono messi in circolazione moltiplicano i loro effetti, alimentando la fede dei fratelli e creando una nuova comunione tra le persone.

Giovedì 9: Es 19,16-19; Sal 96 (95); Gv 12,27-32
«Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12, 31-32)
Lo sguardo di Gesù vede proprio ciò che per noi è invisibile. Se nella passione noi vediamo solo la potenza distruttrice del male, Gesù vede invece più in là e annuncia proprio in quel frangente la sconfitta del principe delle tenebre. Se la croce è vista come un’infamia spaventosa, per Gesù è invece il piedistallo su cui si erge e si spalanca davanti a tutti l’Amore sconfinato di Dio. Se davanti allo spettacolo della croce ci si copre la faccia, Gesù rivela invece quel misterioso magnetismo che attira su di essa lo sguardo di ogni uomo che soffre e lo salva.

Venerdì 10: Es 19,20-25; Sal 14 (15); Lc 6,12-16
«In quei giorni Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici» (Lc 6, 12-13)
Come avrà pregato Gesù quella notte? Gli sarà bastato immergersi nel mistero d’amore del Padre e dare voce a tutta la gratitudine che aveva in cuore? Avrà guardato ad uno ad uno i suoi discepoli davanti al Padre per comprendere su chi cadeva la Sua scelta? Avrà dovuto cambiare le sue preferenze? Avrà parlato con il Padre di Giuda e dei rischi nell’eleggere una persona che forse gli appariva imprevedibile? Quello che è certo è che uscì dalla preghiera convinto e deciso, proprio perché aveva operato la scelta in piena unità con il Padre.

Sabato 11: At 11,21b-26; 13,1-3; Sal 97 (98); Col 1,23-29; Mt 10,7-15
«Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10, 8)
“Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia”, dice papa Francesco. Dicendo così fa eco alle parole di Gesù, che mandava i suoi a curare un’umanità che si dibatteva in mezzo a ferite e sofferenze di ogni tipo: malattie, morti, abissi di sofferenza interiore. Il mondo oggi non è diverso e il discepolo non smette di essere inviato. Gli occorrerebbe il coraggio di entrare là dove nessuno osa, dove il buio è fitto, dove le parole non bastano a descrivere quello che si vede e quello che si prova. Tanto spesso vorremmo poter guarire, ma ci sentiamo impotenti. Per questo non smettiamo di chiedere che si rinnovino i doni degli inizi.

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