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Commento alla Parola 29.5.2023 – 0306.2023

lunedì 29: Gen 3,9-15.20; Sal 86 (97); Rm 5,12-15.19-21; Gv 19, 25-34
«Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé» (Gv 19, 26-27)
Questo dono estremo di Gesù dalla croce, riservato a persone che gli erano così care, potrebbe sembrare un contentino, una consolazione un po’ magra. Per Maria infatti nessun discepolo potrà mai rimpiazzare il figlio Gesù, per il discepolo si tratta di sostituire il Maestro con sua madre. In realtà Gesù spalanca davanti a loro una vocazione sconfinata. A Maria è affidata la Chiesa nascente e quella di ogni secolo, con il compito di esserle madre: di tutti e di ognuno. Una maternità universale. Al discepolo è affidata una madre immensa, che è addirittura madre di Dio, di cui quindi possiamo solo intuire la grandezza, che ripresenta il cuore di Dio come nessun’altra creatura.

martedì 30: Dt 6, 10-19; Sal 80 (81); Mc 10, 28-30
«In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto» (Mc 10, 29-30)
Quando una mamma ha un bimbo tra le braccia, non pensa a tutto ciò a cui rinuncia per lui, è felice di averlo lì, le basta un sorriso per toccare il cielo. Anche un innamorato è disposto a perdere molta della sua libertà, a scendere a compromessi pur di accontentare l’altra e non chiede altro. Questo è l’Amore vero. Per seguire Gesù occorre rinunciare a molte cose, ma se amiamo davvero non ne sentiamo il peso, è molto di più il guadagno di ciò che troviamo. E scopriamo ogni giorno quanto ci viene donato in intimità, in gioia, nella consapevolezza del senso della nostra vita.

mercoledì 31: Ct 2,8-14; Sal 44 (45); Rm 8,3-13; Lc 1,39-56
«Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva”» (Lc 1, 46-48)
Maria corre da Elisabetta. Le ragioni potrebbero essere varie: c’è bisogno di aiutare la parente anziana, cerca conferma che l’incontro con l’angelo non sia stata un’allucinazione o un sogno, vuole sentire da Elisabetta che cosa è successo a lei e a Zaccaria, si allontana da casa per cercare di orientarsi un po’ dopo un evento così straordinario, cerca di capire come fare di fronte ad una gravidanza umanamente impossibile da spiegare… Ed entrando in quella casa trova un regalo del tutto inaspettato: la possibilità di condividere la gioia con chi ti capisce, la bellezza di un’amicizia vera. È un dono aggiunto, nuovo, per cui continuare a magnificare Dio.

giovedì 01.6: 2Re 23, 1-3; Sal 77 (78); Lc 19, 41-48
«Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa dicendo: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace!”»
(Lc 19, 41-42)
In ogni tempo l’uomo si arrabatta e si scervella per trovare soluzione ai suoi problemi. Purtroppo però non prende sempre di mira come obiettivo «quello che porta alla pace», ma si lascia soprattutto affascinare dall’inedito, dal guadagno, dalla soddisfazione immediata dei bisogni. E in questo tranello cadiamo spesso anche noi. Gesù piange di fronte alla città che sbaglia strada, che si procura la distruzione e la morte. Vorrebbe dare la sua pace a tutti, perché è questo il bene di ognuno. Pace è letizia, fiducia, benevolenza, vita fresca e vera, è comunione tra le persone, è armonia e gioia.

venerdì 02.6: Ez 11,14.17-20;Sal 50 (51); Mt 10,18-22
«Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi» (Mt 10, 19-20)
Quanto spesso abbiamo l’impressione di dire parole inefficaci, scontate, che non scaldano il cuore e non accendono entusiasmi! Ma questa promessa di Gesù ci incoraggia: nei momenti topici (ma anche quando meno ce lo aspettiamo), lo Spirito parla in noi. Lui non è mai in difficoltà, non ha bisogno di intuizioni mirabolanti, spesso mette sotto gli occhi di tutti ciò che tutti potevano vedere e non vedevano. Le grandi verità della vita non devono usare parolone complicate per rivelarsi, il Vangelo ne è la prova.

Sabato 03.6 : Nm 28, 1. 26-31; Sal 92 (93); 2Cor 8, 1-7; Lc 21, 1-4
«Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere». (Lc 21, 2-4)
Dare tutto, rischiare tutto, non affidarsi solo ai nostri calcoli, al nostro buon senso, avventurarsi nella vita sfidando gli imprevisti è un atteggiamento scriteriato, di fronte al quale tutti cerchiamo di intervenire, provando a far ragionare la persona. Ma questa povera vedova è elogiata e additata ad esempio da Gesù. Perché getta tutto nel cuore di Dio: monetine, preoccupazioni, paure. Quel cuore è il suo tesoro, la banca che non la tradirà mai. E Gesù la indica ai suoi discepoli perché lei vive come Lui, perdutamente affidata all’amore del Padre, che ad ogni istante si prenderà cura di lei.

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