Lunedì 22 Ez 4,4-17; Sal 76 (77); Gl 3,5 – 4,2; Mt 11,16-24
«Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite» (Mt 11, 20)
Le parole di Gesù scuotono, afferrano per il bavero, vogliono inquietare la falsa pace delle nostre coscienze. Con tutti i doni immensi che riceviamo ogni giorno, ci ritroviamo poi adagiati in superficialità, divisioni, inconcludenze, lotte e quant’altro. A volte non è così facile distinguere il credente da chi non lo è, il suo comportamento non brilla, né fa sognare. Il passo da compiere è aprire gli occhi su ciò che abbiamo e riceviamo, accorgerci che tutto è donato anche se non è per nulla dovuto. E forti dell’amore di Dio per noi accettare le sfide che abbiamo davanti con coraggio e fiducia, ricompattandoci nell’unità tra noi, perché da soli non si va molto lontano.
Martedì 23: Ez 5,1-9; Sal 76 (77); Gl 4,15-21; Mt 12,14-21
«Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce» (Mt 12, 18-19)
Gesù testimonia che la giustizia non deve essere urlata per convincere. Essa si impone nei cuori attraverso la mitezza, la pazienza. La ricerca della spettacolarità e il clamore non sono suoi alleati, perché sono gli stessi mezzi con cui si fa largo la prepotenza e la sete di dominio. Certo, occorre parlare, ma ciò che fa la differenza è che quelle parole non manipolano le persone, né le vogliono ingannare, non dicono falsità neppure per scopi buoni. Sono parole che costruiscono, che valorizzano tutti, anche e soprattutto i più deboli. Sono parole quindi rischiose, facilmente incomprese e criticate, per le quali occorre essere pronti a pagare di persona. Ma sono le uniche parole che alimentano vere speranze.
Mercoledì 24: Ez 6,1-10; Sal 31 (32); Abd 1,19-21; Mt 12,22-32
«Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde» (Mt 12, 30)
Con Gesù non ci sono mezze misure, non è possibile tenere il piede in due scarpe, occorre schierarsi. A volte è molto scomodo, vorremmo in qualche modo passare inosservati poter seguire i nostri interessi personali, ma non è possibile. Il Signore ci chiede di seguirlo con radicalità, costi quel che costi. Quando avremo questo coraggio scopriremo con meraviglia che spesso non è così difficile.
Anche in ambienti ostili, una persona che ha il coraggio delle sue azioni, che non accetta compromessi, ma rimane sulle posizioni che le sembrano giuste, molte volte è stimata anche se non sempre compresa.
Giovedì 25: Ez 6,1.11-14; Sal 26 (27); Ag 2,1-9; 3) Mt 12,33-37
«Infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato» (Mt 12, 37)
La lingua è il muscolo più difficile da controllare, a volte sembra produca suoni indipendentemente dalla nostra volontà. Tenerla a bada è un’impresa faticosa e occorre molto esercizio. A volte basta una parola gentile per risolvere una situazione difficile, altre volte una sola parola rovina un lavoro intero di costruzione di rapporti. In alcuni momenti le parole diventano veleno che entra in circolo, una volta partito è quasi impossibile fermarlo, piano piano avvelena sempre di più creando danni irreparabili. Occorre vigilare di più prima di parlare e quando non siamo in grado di essere positivi nei confronti di qualcuno, meglio tacere.
Venerdì 26: Ez 7,1-14; Sal 105 (106); Ml 2,4-9; Mt 12,38-42
«Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra» (Mt 12, 39-40)
Oggi come allora vorremmo dei segni per credere, senza renderci conto che nessun segno sarà mai in grado di convincerci fino in fondo. Per credere occorre che il pensiero ceda il posto al cuore. Si può credere solo amando. La fede non è una serie di conoscenze intellettuali, ma un gettarsi tra le braccia del Signore accettando anche tutti gli imprevisti che ciò comporta. Quando si è innamorati non si chiedono prove, è impossibile non fidarsi e continuare a valutare i pro e i contro: ci si butta a capofitto e basta, costi quel che costi.
Sabato 27: Ez 7,1.15-27; Sal 101 (102); Eb 8,6-10; Mt 12,43-50
«Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: “Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti”» (Mt 12, 46-47)
Maria non è “dentro”, in prima fila come se avanzasse dei diritti, è fuori in disparte come se non volesse disturbare. Non pretende di parlare con il figlio, ma “cerca” di parlargli. Ci insegna l’atteggiamento da avere nel rivolgersi a Lui, cercare in qualche modo di stargli vicino senza pretendere nulla.