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Commento alla Parola: 21.03.2022 – 26.03.2022

Lunedì 21: Gen 17,9-16; Sal 118 (119); Pr 8,12-21; Mt 6,7-15
«Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male» (Mt 6, 9-13)
Rileggere il Padre nostro lentamente con occhi nuovi, non con l’abitudine che ci accompagna da anni, non può che lasciarci stupiti. Poter chiamare Dio “Padre”, saperci fidare di Lui come un bambino tra le braccia del papà con la sicurezza che non ci abbandonerà mai, è la cosa più bella che ci poteva capitare. Il resto è un richiedere al Signore di entrare nella storia e nella nostra vita. Un impegno ad avere uno sguardo misericordioso nei confronti di tutti, come è il Suo per me.

Martedì 22: Gen 19,12-29; Sal 118 (119); Pr 8,32-36; Mt 6,16-18
«E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano» (Mt 6, 16)
Occorre vigilare sempre su se stessi perché è facile cadere in un minimo di ipocrisia. L’umiltà va conquistata e richiesta ogni giorno. L’ultimo posto è quello di Gesù e a quello dobbiamo aspirare, ma è difficile, perché il desiderio di essere stimati e soprattutto amati è giustamente radicato in noi. È giusto ripetersi però che questo non può essere l’obiettivo ultimo del nostro agire.

Mercoledì 23: Gen 21,7-21; Sal 118 (119); Pr 10,28-32; Mt 6,19-24
«Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore» (Mt 6, 21)
Il vero tesoro è il Regno di Dio. Se lavoro per costruirlo sarò libero da tutto, perché questo sarà il vero e unico obiettivo. Non temerò che qualcuno possa portarmi via qualcosa, qualche potere, qualche orticello, perché non considererò nulla mio. Cercherò di fare tutto ciò che mi è chiesto nel migliore dei modi, pronto però a lasciarlo in qualunque momento perché il tesoro è un altro, è l’Amore del Signore.

Giovedì 24: Gen 25, 5-6. 8-11; Sal 118 (119); Pr 12, 17-22; Mt 6, 25-34
Mt 6,26-27: La parabola degli uccelli: la vita vale più del cibo.
Gesù ordina di guardare gli uccelli. Non seminano, non raccolgono, ma hanno sempre da mangiare perché il Padre del cielo li alimenta. “Non contate voi, forse, più di loro!” Gesù critica il fatto che la preoccupazione per il cibo occupi tutto l’orizzonte della vita delle persone, senza lasciare spazio a sperimentare e gustare la gratuità della fraternità e dell’appartenenza al Padre. Per questo, il sistema neo-liberale è criminale perché obbliga la gran maggioranza delle persone a vivere 24 ore al giorno, preoccupandosi del cibo e del vestito, e produce ad una minoranza ricca assai limitata l’ansia di comprare e consumare fino al punto da non lasciare spazio a null’altro. Gesù dice che la vita vale più dei beni di consumo! Il sistema neoliberale impedisce di vivere il Regno.

Venerdì 25: Is 7, 10-14; Sal 39 (40); Eb 10, 4-10; Lc 1, 28b. 38b
«Entrando da lei, l’angelo Gabriele disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”. A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo» (Lc 1, 28-29)
L’annuncio dell’angelo a Maria non consiste unicamente nella richiesta a diventare madre di Dio in un modo così unico. Ogni parola dell’angelo è per lei un annuncio, una rivelazione: è un invito alla gioia, è un raccontare a Maria chi lei è, è un confermare, con una forza mai conosciuta prima, che Dio è proprio lì, davanti a lei, dentro di lei. Essere investiti all’improvviso da una visita simile sbalordisce, conquista, travolge. Immagino che almeno una volta abbiamo fatto l’esperienza di sentire Dio molto vicino, di sentire una parola adattissima a quel momento, tutta per noi, di provare una profonda emozione e sorpresa. Sono momenti che lasciano il segno, da non dimenticare mai.

Sabato 26: Ez 36,16-17a.22-28; Sal 105 (106); 2Cor 6,14b – 7,1; Mc 6,6b-13
«E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche» (Mc 6, 8-9)
Un ordine che vuole lasciare profondamente liberi. Partire con quasi nulla per sperimentare lungo il percorso che Dio c’è, che non ti sei sbagliato a capire, è proprio Lui che ti manda e Lui ci pensa. Puoi così toccare con mano il centuplo in relazioni, in cibo, in case, a patto che non cerchi mai di impossessartene. Gesù manda i suoi a fare la Sua vita, a sperimentare quello che Lui prima di loro ha sperimentato, per donarci quella gioia piena che Lui ha conosciuto sulla terra, che permette di sopportare ogni difficoltà e imprevisto, perché anche in fondo ad ogni tunnel brillerà sempre la luce.

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