Lunedì 17 luglio 2023
«Quando furono discesi dal monte, una grande folla gli venne incontro. A un tratto, dalla folla un uomo si mise a gridare: “Maestro, ti prego, volgi lo sguardo a mio figlio, perché è l’unico che ho! Ecco, uno spirito lo afferra e improvvisamente si mette a gridare, lo scuote, provocandogli bava alla bocca, se ne allontana a stento e lo lascia sfinito. Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti»
41Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi e vi sopporterò? Conduci qui tuo figlio». 42Mentre questi si avvicinava, il demonio lo gettò a terra scuotendolo con convulsioni. Gesù minacciò lo spirito impuro, guarì il fanciullo e lo consegnò a suo padre. 43E tutti restavano stupiti di fronte alla grandezza di Dio. Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: 44«Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». 45Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
(Luca 9,37-40)
Scendendo dal monte della Trasfigurazione, dove il Cielo si è spalancato e Gesù ha lasciato balenare per un attimo la sua immensa gloria agli occhi dei discepoli, l’impatto è violento. La quiete contemplativa, la gioia imperturbabile di quegli istanti si scontra con la durezza della realtà, fatta di sofferenze che squarciano il cuore, di richieste pressanti, di dubbi, di paure, di inerzie. A volte chi si ritira sul monte per pregare viene biasimato, perché non si sporca le mani con la storia. In realtà solo chi fa esperienza di Dio può affrontare i grandi dolori dei fratelli offrendo un vero sostegno, un aiuto concreto, infondendo quella fiducia e quella speranza che rincuorano.
Martedì 18 luglio 2023
46Nacque poi una discussione tra loro, chi di loro fosse più grande. 47Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino 48e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
«Giovanni prese la parola dicendo: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi”. Ma Gesù gli rispose: “Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi”»
(Luca 9,49-50)
Questa magnanimità di Gesù non l’abbiamo ancora imparata. Ogni volta che incontriamo esperienze di fede che mostrano evidenti lacune, o sintesi parziali del messaggio cristiano, ci preoccupiamo anzitutto di mettere i puntini sugli “i”, di precisare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato o più spesso ancora prendiamo le distanze evidenziando gli errori, muovendo critiche, guardandole come pericoli e come nemici. Gesù sa che non tutte le spighe producono cento chicchi di grano e anche solo dieci chicchi sono già un frutto da apprezzare ed è felice di vedere che il suo messaggio e la sua opera corrono lontano, ben oltre i confini che i discepoli vorrebbero porre.
Mercoledì 19 luglio 2023
«Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé»
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. 53Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. 54Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». 55Si voltò e li rimproverò. 56E si misero in cammino verso un altro villaggio.
(Luca 9,51-52)
Ci sono momenti in cui occorre prendere decisioni forti e coraggiose. Le scelte iniziali, quelle che hanno dato una svolta e una direzione alla propria vita, sono importantissime, ma occorre poi confermarle anche quando le situazioni cambiano. In quei frangenti ritroviamo le motivazioni grandi, gli ideali che ci hanno attratto e conquistato e comprendiamo meglio ciò che passa e ciò che resta, ciò che vale davvero e ciò che luccica ma inganna. Anche per Gesù è stato così. La sua Pasqua e la nostra salvezza hanno la radice anche il quel Suo “sì” ribadito con forza in un momento critico, nel segreto del Suo cuore, un “sì” al quale è poi rimasto fedele sino alla fine.
Giovedì 20 luglio 2023
57Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
«A un altro disse: “Seguimi”. E costui rispose:
“Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre”. Gli replicò:
“Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio”»
61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
(Luca 9,59-60)
Gesù chiede scelte dirompenti a chi lo vuole seguire, fino a lasciarci perplessi. Penso che tutti noi avremmo replicato a quell’uomo di andare pure al funerale, a compiere quel gesto doveroso di gratitudine e di rispetto verso il padre defunto. Gesù invece risponde in modo drastico, chiedendo un taglio netto, una rinuncia molto esigente. Non certo perché trascura l‘onore da rendere al genitore, ma perché avrà visto in quella richiesta un’esitazione, un prendere tempo, quel tergiversare accomodante che anche noi conosciamo, quel fare sconti che lascia il cuore a metà e non gli permette di lanciarsi con entusiasmo e radicalità in quella nuova avventura divina che Gesù gli sta proponendo.
Venerdì 21 luglio 2023
«Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!”»
3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
(Luca 10,1-2)
Di fronte al bisogno di Vangelo che attanaglia il mondo, vedendo che nel nostro tempo e nella nostra cultura diminuisce il numero di coloro che rispondono con decisione alla chiamata del Signore, siamo tentati anzitutto di orientare meglio i nostri sforzi, di cercare strategie più efficaci, di evidenziare i punti di forza su cui insistere, di purificare stili poco evangelici. Sono tutte cose buone, in cui impegnarci. Ma la prima indicazione di Gesù è diversa: pregare. E ci raddrizza subito. Perché all’origine di queste vocazioni non c’è il marketing e neanche il buon senso e tanto meno il nostro sforzo. All’origine c’è il Padre che chiama. Per questo occorre chiedere anzitutto a Lui.
Sabato 22 luglio 2023
S. MARIA MADDALENA
1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
«Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?”. Rispose loro: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto”. Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”»
Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». 16Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». 17Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». 18Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
(Giovanni 20,11-15)
Maria è chiusa nel suo dolore e nel suo pianto. E la comprendiamo. Perdere Gesù è terribile. Niente ha più senso, non capisci più chi sei. Però se rimane solo immersa nelle sue lacrime rimane cieca, non vede. Ha degli angeli accanto a sé, ma non li riconosce. C’è addirittura Gesù risorto davanti a lei che le parla e non se ne accorge. Il dolore è una situazione dalla quale, con l’aiuto di Dio, occorre sempre sforzarci di uscire. L’autocommiserazione non paga, lascia vuoti e sterili. Chi riesce a saltarne fuori e ad aprire gli occhi attorno a sé può scoprire che non tutto finisce, ma che tutto incomincia, che Dio ha sempre possibilità nuove da regalarti, che dalle ceneri può ancora sprigionarsi un fuoco che non conosci.