Nessun commento

Commento alla Parola: 13.12.2021 – 18.12.2021

Lunedì 13: Ez 36,16.22a.29-38; Sal 105 (106); Os 6,1-6; Mt 21,33-46
«Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi?» (Mt 21, 42)
Gesù sa di essere l’ultimo, il definitivo inviato dal Padre ed è anche consapevole che l’esito della sua missione sarà di essere eliminato. Ma conosce bene il progetto del Padre. Lui prende sempre ciò che l’uomo scarta e costruisce una nuova realtà. Per questo le sconfitte non possono deprimere i discepoli di Gesù, perché sono il trampolino di una nuova avventura in cui, liberi dalla nostra pesante supponenza, possiamo lanciarci in un nuovo futuro lasciandoci portare unicamente da Dio. Dipende da noi: se guardiamo a noi stessi ci abbattiamo, se confidiamo in Lui possiamo sognare in grande, perché nulla Gli è impossibile.

Martedì 14: Ez 37,1-14; Sal 88 (89); Os 11,1-4; Mt 22,15-22
«Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo» (Mt 22, 17-19)
Di fronte ai trabocchetti, Gesù mette in risalto apertamente la malizia dei suoi interlocutori, ma rimane in dialogo, approfittandone addirittura per offrire nuovi insegnamenti. Non rimane nella polemica, non si limita a criticare ed accusare, condannando con asprezza e chiudendo i rapporti. Certo, noi forse non sapremmo replicare con il suo tempismo e la sua sapienza e di fronte agli accusatori ci sentiamo a volte inferiori, un po’ sopraffatti. Ma neppure questa è una ragione per mettere una croce sopra di loro, occorre invece guardarli sempre come fratelli e mai come nemici, credendo che c’è sempre almeno una scintilla nel cuore di tutti.

Mercoledì 15: Ez 37,15-22a; Sal 88 (89); Os 11,7-1; Mt 22,23-33
«Vi ingannate, perché non conoscete le Scritture e neppure la potenza di Dio. Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo» (Mt 22, 29-30)
Gli avversari di Gesù trattano le verità di Dio come occasioni per provare a far valere la propria intelligenza e la propria superiorità. Vogliono che le loro convinzioni siano da tutti accettate. E questa è una tentazione che affligge spesso anche noi. In questo modo però Dio finisce sullo sfondo e si finisce per discutere preoccupandoci unicamente che il nostro io non soccomba. Gesù invece conosce la potenza dell’amore del Padre, l’ha sempre davanti agli occhi, sa quali infinite risorse e quale potenza di risurrezione essa possiede. Conosce la gioia indicibile che Dio ha in serbo per i suoi figli e cerca in tutti i modi di liberarci dalle nostre paure per farcela gustare.

Giovedì 16: 2Sam 7,4-5a.12-14a.16; Sal 88 (89); Rm 4,13.16-18; Mt 1,18b-24
«Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto» (Mt 1, 18-19)
Giuseppe si trova a dover affrontare un discernimento complesso, dai molti elementi. C’è l’oggettività della gravidanza di Maria, la legge del tempo severissima di fronte a quelli che oggi chiameremmo rapporti prematrimoniali, le reazioni della gente, la trasparenza assoluta del cuore di Maria che lui già ha intuito e il suo grande amore per lei. Non può rimanere inerte, deve comunque prendere una decisione e ne formula una, frutto del suo ragionamento umano, che sembra almeno limitare i danni, tenendo insieme un po’ tutto. Dio invece gli indicherà una strada nuova, diversa, rischiosa, in cui dovrà soprattutto fidarsi e affidarsi. È questo che dovremmo cercare in ogni discernimento.

Venerdì 17: Rt 1,1-14; Sal 9; Est 1,1a-1r.1-5.10a.11-12; 2,1-2.15-18; Lc 1,1-17
«Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore» (Lc 1, 13-15)
La promessa dell’angelo Gabriele a Giuseppe si realizzerà. Le esitazioni di Zaccaria lo faranno passare attraverso un cammino di purificazione, pieno di silenzio e di domande, ma tutto questo non potrà frenare il disegno di Dio, né lo priverà dell’esultanza che Dio gli vuole donare. La nascita di Giovanni sarà la grande gioia della sua vita, perché Zaccaria è un uomo giusto e devoto, che passa la vita desiderando che la gloria di Dio risplenda sempre più e toccherà con mano che la grazia di Dio è infinitamente più grande del suo limite e del suo peccato.

Sabato 18: Rt 1,15 – 2,3; Sal 51 (52);Est 3,8-13; 4,17i-17z; Lc 1,19-25
«Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto» (Lc 1, 21-22)
È facile immaginare Zaccaria tutto sconvolto dall’incontro misterioso che l’ha investito cogliendolo di sorpresa. Non parla, è goffo nei gesti, cerca di comunicare come può. La gente capisce che è successo un evento che ha a che fare con il divino e intuisce che c’è in corso qualcosa di grosso. Tutto questo genera domande, desiderio di capire, dispone all’attesa di una qualche spiegazione che possa illuminare. Il fatto è che Dio non lascia le cose tranquille, ma quando interviene fa saltare il banco, sconquassa, disorienta, perché le sue vie non sono le nostre e vuole portarci in un’altra logica, in un’altra realtà

I commenti sono chiusi.