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Messaggio dei vescovi italiani per la 43° Giornata per la vita 2021

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“Libertà e vita”
La pandemia ci ha fatto sperimentare in maniera inattesa e drammatica la limitazione delle
libertà personali e comunitarie, portandoci a riflettere sul senso profondo della libertà in
rapporto alla vita di tutti: bambini e anziani, giovani e adulti, nascituri e persone in fin di vita.
Nelle settimane di forzato lockdown quante privazioni abbiamo sofferto, specie in termini di
rapporti sociali! Nel contempo, quanta reciprocità abbiamo respirato, a riprova che la tutela
della salute richiede l’impegno e la partecipazione di ciascuno; quanta cultura della
prossimità, quanta vita donata per far fronte comune all’emergenza!

Qual è il senso della libertà? Qual è il suo significato sociale, politico e religioso? Si è liberi in
partenza o lo si diventa con scelte che costruiscono legami liberi e responsabili tra persone?
Con la libertà che Dio ci ha donato, quale società vogliamo costruire?
Sono domande che in certe stagioni della vita interpellano ognuno di noi, mentre torna alla
mente il messaggio chiaro del Vangelo: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero
miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32). I discepoli di Gesù
sanno che la libertà si può perdere, fino a trasformarsi in catene: “Cristo ci ha liberati –
afferma san Paolo – perché restassimo liberi; state saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il
giogo della schiavitù” (Gal 5,1).

Una libertà a servizio della vita
La Giornata per la Vita 2021 vuol essere un’occasione preziosa per sensibilizzare tutti al valore
dell’autentica libertà, nella prospettiva di un suo esercizio a servizio della vita: la libertà non è
il fine, ma lo “strumento” per raggiungere il bene proprio e degli altri, un bene strettamente
interconnesso.
A ben pensarci, la vera questione umana non è la libertà, ma l’uso di essa. La libertà può
distruggere se stessa: si può perdere! Una cultura pervasa di diritti individuali assolutizzati
rende ciechi e deforma la percezione della realtà, genera egoismi e derive abortive ed
eutanasiche, interventi indiscriminati sul corpo umano, sui rapporti sociali e sull’ambiente.
Del resto, la libertà del singolo che si ripiega su di sé diventa chiusura e violenza nei confronti
dell’altro. Un uso individualistico della libertà porta, infatti, a strumentalizzare e a rompere le
relazioni, distrugge la “casa comune”, rende insostenibile la vita, costruisce case in cui non c’è
spazio per la vita nascente, moltiplica solitudini in dimore abitate sempre più da animali ma
non da persone. Papa Francesco ci ricorda che l’amore è la vera libertà perché distacca dal
possesso, ricostruisce le relazioni, sa accogliere e valorizzare il prossimo, trasforma in dono
gioioso ogni fatica e rende capaci di comunione (cfr. Udienza 12 settembre 2018).
Responsabilità e felicità

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