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Commento alla Parola: 19.12.2022 – 24.12.2022

Lunedì 19: Rt 1,15-2,3; Sal 51 (52); Est 3,8-13; 4,17i-17z; Lc 1,19-25
«… sarai muto e non potrai parlare… perché non hai creduto alle mie parole». (Lc 1,20)
Zaccaria dichiarandosi “vecchio” all’angelo Gabriele, di fatto rappresenta il Primo Testamento che desidera e attende la salvezza ma in fondo non crede; è il vecchio sacerdote che tace, che è invitato ad uscire dai propri “schemi religiosi” per aprirsi alla novità di Dio che interviene nella storia e nella vita delle persone. Nel testo greco viene detto così: tu sarai non potente, non avrai la possibilità. Zaccaria è nella situazione dell’uomo vecchio che non ha figli, che non può parlare; e, in seguito, quando nascerà il figlio annunciato dall’angelo, colui che non può parlare è colui che genererà la voce che griderà nel deserto per preparare la via al Signore. Adesso Zaccaria tace, è il silenzio che segna la fine di un mondo, riaprirà la bocca quando sarà nata la Voce, Giovanni il battezzatore, precursore del Salvatore.

Martedì 20: Rt 2,4-18; Sal 102 (103); Est 5,1-8; Lc 1,39-46
«Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa». (Lc 1,39)
Il primo verbo che inizia il racconto della visita di Maria a Elisabetta è molto significativo: anastàsa, significa “risorta”, quindi Maria è risorta, si alza, sta in piedi, si mette in movimento. È il verbo che tradizionalmente indica la risurrezione, la anastasis è la risurrezione di Gesù. Poi si mette in viaggio, vuol dire coinvolgersi, mettersi in gioco fino in fondo. Maria è il modello del discepolo: è colei che dopo aver ascoltato la Parola è pronta a mettersi al servizio, si mette in viaggio insieme a Gesù appena concepito nel suo seno. Maria è la discepola che va verso la montagna e la montagna, nella Scrittura, è sempre il luogo dell’incontro con Dio. Un’azione buona nasce sempre da un ascolto continuato della Parola come preghiera e Maria va a verificare l’annuncio ricevuto. Non è una fede fideista, va a verificare se corrisponde alla realtà: Dio ha davvero deciso di entrare di persona in questo mondo!

Mercoledì 21: Rt 2,19 – 3, 4a; Sal 17 (18); Est 7,1-6; 8,1-2; Lc 1,57-66
«Giovanni è il suo nome». (Lc 1,63)
Il nome Giovanni significa “Dio ha fatto grazia, ha usato misericordia”. Zaccaria muto e sordo si ricorda dell’indicazione che l’angelo Gabriele gli aveva dato nel tempio riguardo al nome e che lui, invece di accogliere l’annuncio della nascita del precursore del Messia, non aveva creduto: non aveva voluto ascoltare la Parola che Dio gli rivolgeva e la conseguenza di ciò è stata una chiusura in sé stesso, un blocco emotivo che gli ha fatto perdere temporaneamente le funzioni dell’organo dell’ascolto e della parola. Ora, tenendo tra le braccia quel neonato, segno che Dio davvero ha fatto grazia, che è misericordioso e fedele alla sua promessa, Zaccaria al colmo dell’entusiasmo accetta la Parola che gli è stata rivolta e subito recupera la parola: l’ascolto, si apre alla novità di Dio che sta visitando il suo popolo, ritorna ad essere una persona in relazione con Dio e con gli altri, da qui nasce una parola di benedizione.

Giovedì 22: Rt 3,8-18; Sal 106 (107); Est 8,3-7a.8-12; Lc 1,67-80
«Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo». (Lc 1,67)
Questa è la profezia di Zaccaria, per essere precisi, non dovremmo definirlo “il cantico di Zaccaria”. Il vecchio sacerdote muto recupera la parola e profetizza, benedice Dio. Il figlio appena nato, precursore del Messia, lo riempie di Spirito Santo. Infatti il piccolo Giovanni è il mediatore di questa apertura; Gabriele nell’annunciazione glielo aveva detto: «Sarà ripieno di Spirito Santo». Maria, invece non profetizza; lei canta le grandi opere di Dio. A differenza di Zaccaria, sacerdote, vecchio e uomo, incredulo all’annuncio angelico che rappresenta l’Israele incredulo, Maria è laica, giovane, donna e, credendo alla parola dell’angelo, personifica l’Israele credente, il popolo fedele, accogliente, disponibile con il suo “sì” generoso alla volontà di Dio. Il Precursore avrà questo compito di ricondurre i cuori dei padri verso i figli secondo la profezia di Malachia e, nascendo, inizia già ad aprire bocca e orecchie al vecchio Israele incredulo.

Venerdì 23: Rt 4,8-22; Sal 77 (78); Est 9,1.20-32; Lc 2,1-5
«Un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento su tutta la terra». (Lc 2,1)
Gesù non è un mito. Nemmeno un personaggio da favola. Le circostanze e i personaggi storici indicati dall’evangelista Luca vogliono affermare che Gesù è nato in un luogo e in un tempo precisi, quindi è una persona realmente esistita su questa terra. Luca sottolineando il fatto che il censimento fosse ordinato «su tutta la terra», vuole evidenziare che il Salvatore del mondo è venuto per tutta l’umanità. Al fine di ristabilire la “pax romana” e per controllare, dominare la popolazione anche a livello fiscale, l’imperatore decide il censimento; questo fatto mette in movimento Giuseppe e Maria da Nàzaret portandoli nella città di Betlemme, luogo indicato dalla profezia per la nascita del Messia per confermare la discendenza dalla casa di Davide. Sarà lui, Gesù il Figlio di Dio, che porterà al mondo la vera pace, rivelando il volto di Dio, la sua paternità, che chiede tra noi una fraternità condivisa

Sabato 24: Eb 10,37-39; Sal 88 (89); Mt 1,18-25
«Lo chiamerai Gesù… a lui sarà dato il nome di Emmanuele». (Mt 1,21;23)
Nella Scrittura il nome di una persona indica la sua identità e missione: il nome Gesù contiene la radice del verbo salvare e anche il nome proprio di Dio: “Jahvé salva”. Gesù è Jahvé che salva, ma nello stesso tempo porta anche il nome simbolico di Emmanuele, è “Dio con noi”. Matteo termina il Vangelo con le parole precise di Cristo risorto: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo». «Io sono con voi» è la realtà dell’Emmanuele. È il Cristo risorto che è con la comunità per sempre, tutti i giorni, fino al compimento della storia. L’antica profezia non si realizza unicamente alla nascita di Gesù, si realizza soprattutto nel momento in cui quell’uomo diventa Cristo risorto a cui è dato ogni potere in cielo e in terra per cui può mandare i discepoli ad evangelizzare tutte le genti, garantendo: «Io sono con voi tutti i giorni». Ecco l’Emmanuele, è il Cristo risorto.

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