Nessun commento

Commento alla Parola: 24.10.2022 – 29.10.2022

Lunedì 24: Ap 12,1-12; Sal 117 (118); Lc 9,57-62
«Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio» (Lc 9, 60)
Ci sono momenti nella vita in cui ci attardiamo sul passato, sui ricordi, vorremmo scoprire cose che non sappiamo. Ma così facendo rischiamo di perdere energie utili al presente. Il Signore ci vuole oggi, i fratelli non hanno tempo di aspettare. Scuotersi ed andare oltre è un po’ come rinunciare ad una parte di noi stessi, ma significa anche essere consapevoli di non essere padroni di nulla, neanche della propria storia. Se poi il Signore vorrà, troverà Lui il modo di farci conoscere ciò che è utile.

Martedì 25: Ap 12,13-13,10; Sal 143 (144); Mc 10,17-22
«Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre» (Mc 10, 19)
Il giovane chiede a Gesù come arrivare ad un rapporto intenso con Dio e Gesù risponde citando i comandamenti della seconda tavola, saltando i primi tre che riguardano proprio il nostro vivere in comunione con Lui. Infatti noi riusciamo a vivere una vita in piena sintonia con il Signore solo amando e rispettando i fratelli. Gli altri sono la nostra porta verso il Cielo, è impossibile salvarsi da soli.

Mercoledì 26: Ap 13,11-18; Sal 73 (74); Mt 19,9-12
«Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio» (Mt 19, 9)
Gesù riporta l’ordine delle cose al disegno originario di Dio. «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gn 1, 27). La vera immagine di Dio è la coppia e l’indissolubilità del matrimonio non è una legge ma un dono. Ma spesso i doni del Signore sono difficili sia da capire che da vivere. Lo stesso vale per la chiamata ad un celibato consacrato. A questo riguardo, Gesù ci dice che non tutti possono capire, ma raccomanda: «Chi può capisca». Si tratta di fare questo sforzo di sequela, di andare al di là dell’opinione corrente, tenendo sempre aperto il cuore alla misericordia, ma indicando ideali più grandi.

Giovedì 27: Ap 14,1-5; Sal 67 (68); Mt 19,27-29
«Allora Pietro gli rispose: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?”» (Mt 19, 27)
Anche Pietro sul discorso della gratuità aveva da lavorare… Questo è il bello degli apostoli: sono uomini normali, con tutti i nostri pregi e difetti, eppure sono stati scelti e alla fine hanno dato il meglio di sé. È anche una prova della veridicità dei Vangeli, che scrivono di se stessi senza trionfalismi, raccontano le fragilità, i tradimenti e l’Amore infinito di Dio che nonostante ciò ha avuto fiducia in loro.

Venerdì 28: At 1,12-14; Sal 18 (19); Ef 2,19-22; Gv 14,19-26
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23)
Essere dimora della Trinità, è un dono incommensurabile! Avere la consapevolezza di non essere mai solo ti fa sentire libero da tutto, ma soprattutto da te stesso, dal tuo peccato, da ciò che ti tormenta e rischia di paralizzarti. Quando riusciamo ad andare agli altri con questa gioia nel cuore, scopriamo che essi vedono proprio Lui, il Signore e noi percepiamo di essere solo strumenti.

Sabato 29: Dt 26,16-19; Sal 97 (98); Rm 12,1-3; Mt 16,24-27
«Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà» (Mt 16, 25)
Possiamo dire che “la propria vita” nel linguaggio di Gesù indica il mio progetto sulla mia vita, quelle cose che voglio realizzare a tutti i costi, per le quali sono pronto anche a sacrificarmi. Parte dal presupposto che io ho capito come essere felice, che su questo non ho bisogno di consultare altri, nemmeno Dio. Gesù invece indica che chi gioca la sua vita ascoltando Lui trova la pienezza, la vita. Le Sue parole infatti non assecondano il nostro stile, chiedono sempre una conversione e se non siamo disposti a perdere i nostri punti di vista ci perdiamo, rimaniamo a metà, continuando a ritenere che in fondo la vita più di così non possa dare. Ma chi si fida entra davvero nella Vita.

I commenti sono chiusi.