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Commento alla Parola: 9.5.2022 – 14.5.2022

Lunedì 9: At 9,31-43; Sal 21 (22); Gv 6,44-51
«Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me» (Gv 6, 45)
Il Padre che è nei cieli parla a tutti. Il cuore di ogni uomo e donna è il luogo in cui questo colloquio avviene, in un modo che solo la singola persona può davvero capire. Non tutti intessono con Lui una relazione profonda, un dialogo vero. Ma chi si avventura nella conoscenza del Padre fa scoperte meravigliose. Il Padre parla e insegna, istruisce, fa capire, permette di accumulare la vera sapienza, quella dell’Amore. Chi ama infatti conosce Dio e incontrando Gesù scopre la pienezza dell’Amore rivelato nella storia umana. Per questo le persone che cercano Dio e che amano davvero i fratelli si capiscono, a qualunque religione o cultura appartengano.

Martedì 10: At 10,1-23°; Sal 86 (87); Gv 6,60-69
«È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono» (Gv 6, 63-64)
Il discorso in cui Gesù si autoproclama pane di vita suona duro, incomprensibile per molti ascoltatori. Non perché Lui dica parole complicate, ma perché è pieno di Luce e non tutti sono disposti ad accoglierla. Solo chi si lascia muovere e istruire dallo Spirito entra in questa vita nuova che Gesù offre e si ritrova nutrito dall’Amore stesso di Dio, divinizzato da questo cibo. Occorre però la fede di chi si fida e si affida, di chi non misura le realtà a partire da sé, dai propri punti di vista, ma entra nel mondo e nella logica di Dio. Una volta entrati tutto trova spiegazione e senso, ma se non si fa questo passo tutto rimane astruso.

Mercoledì 11: At 10,23b-33; Sal 97 (98); Gv 7,40b-52
«Alcuni fra la gente dicevano: “Costui è davvero il profeta!”. Altri dicevano: “Costui è il Cristo!”. Altri invece dicevano: “Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo?” E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui» (Gv 7, 40-43)
Le reazioni della gente sono per lo più entusiastiche. Molti riconoscono che Gesù è il profeta, l’uomo di Dio, qualcuno si spinge oltre, affermando che lui è il Messia, il salvatore di Israele atteso da secoli. Ma non mancano le obiezioni, quelle degli studiosi che però sono informati solo a metà e si fermano all’accento e alla provenienza galilaica di Gesù. Nascono discussioni, opinioni che si fronteggiano. La rivelazione di Dio non è esentata da queste dinamiche tipiche delle conversazioni umane, si fa spazio con fatica tra le maglie dei detrattori, viene spesso derisa ed emarginata, ma nessuno riesce a cancellarla, perché è potenza luminosa di Dio per chiunque crede.

Giovedì 12: At 10,34-48a; Sal 65 (66); Gv 7,14-24
«Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e si mise a insegnare. I Giudei ne erano meravigliati e dicevano: “Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?”» (Gv 7, 14-15)
C’è stupore grande di fronte alla sapienza di Gesù. Non è quella del dotto, dell’erudito, ma quella che illumina ogni uomo, che spiega ed ammaestra con parole incontrovertibili, che conosce il cuore dell’uomo, che apre quegli orizzonti nuovi che solo l’amore spalanca. C’è completezza in ciò che dice, tutto tiene. È chiaro ed esauriente pur con parole semplici, riporta la religione alla sua freschezza originaria che è il rapporto con Dio, suo Papà e presenta l’amore al fratello come il modo visibile di amare Dio. La sua parola ha un sapore di novità, eppure non cancella nulla di ciò che è già conosciuto come strada verso Dio, perché lo riassume in Sé.

Venerdì 13: At 11,1-18; Sal 66 (67); Gv 7,25-31
«Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: “Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo?”» (Gv 7, 25-26)
Queste parole del Vangelo di Giovanni mostrano che erano tante e diverse le voci che giravano sul conto di Gesù e quanto mai varie erano anche le impressioni e le valutazioni dei cittadini di Gerusalemme. Del resto ciò avviene spesso, anche se non ce ne accorgiamo. Noi invece ci lasciamo facilmente condizionare da un giudizio formulato, da una frase ascoltata, come se esprimesse l’unica opinione di tutti: la realtà è sempre molto più ampia. Gesù non rincorreva i sondaggi o le opinioni, sapeva bene quanto sono ondivaghe e quanto basti molto poco per sovvertirle. La sua bussola era il Padre, si lasciava orientare unicamente da quanto gli chiedeva Lui.

Sabato 14: At 1,15-26; Sal 112 (113); Ef 1,3-14; Mt 19,27-29
«Riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna» (Mt 19, 29)
Chi lascia tutto per il Vangelo viene colmato di beni oltre ogni dire.
Allo stesso modo, ogni volta che ci svuotiamo di noi stessi per essere la volontà di Dio viva, ci riempiamo in certo modo di Dio stesso e con Lui giungono quei doni che ci sorprendono e ci saziano.
Certo, si tratta sempre di avere senza trattenere, di essere pronti a perdere tutto, senza attaccarsi a nulla, perché solo se siamo poveri Dio ci può riempire.

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