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Commento alla Parola: 2.5.2022 – 7.5.2022

Lunedì 2: At 8, 5-8; Sal 77 (78); Gv 5, 19-30
«Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole» (Gv 5, 21)
Il sogno di Dio è dare la vita. Ce ne accorgiamo subito guardando l’universo, che trabocca di vita in un modo incalcolabile, nel poco che riusciamo a vedere e nel moltissimo che ancora ci rimane sconosciuto. “Sulla terra tutto è in rapporto di amore con tutto: ogni cosa con ogni cosa. Occorre però essere l’Amore per trovar il filo d’oro tra gli esseri” (Chiara Lubich). Infatti sappiamo che c’è vita e vita. C’è una vita che si rinchiude e che implode nel proprio narcisismo oppure che c’è una vita che fluisce fuori di sé, guarendo, contagiando di vita vera anche altri e creando comunione.

Martedì 3: At 1, 12-14; Sal 18 (19); 1 Cor 4, 9-15; Gv 14, 1-14
«Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre”» (Gv 14, 8-9)
Il desiderio di Filippo è quello di ogni uomo: vedere Dio, comprendere il senso di tutto, della storia e del cosmo. La risposta di Gesù invita non a strabuzzare gli occhi per cercare di vedere lontanissimo, ma semplicemente ad aprirli e fissarli su Gesù. In Lui si comprende benissimo che, come dice il poeta, è “l’amore che move il sole e l’altre stelle”. E in Gesù l’amore si manifesta nel modo più sconfinato. Non dobbiamo cercare quindi chissà dove, ma accorgerci semplicemente che il tesoro è qui, a portata di mano. E lo sperimentiamo amando ogni fratello.

Mercoledì 4: At 8, 18-25; Sal 32 (33); Gv 6, 1-15
«Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: “Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!”. Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo» (Gv 6, 14-15)
Il segno della condivisione di pani e pesci che sfama una grande folla è clamoroso, il popolo non ha memoria neppure nei racconti biblici di un episodio simile. È ovvio che l’entusiasmo della gente salga alle stelle. Gesù però si sottrae a questo tripudio, si nasconde, vorrebbe che gli animi si placassero, perché quanto vuole rivelare è infinitamente di più del miracolo avvenuto. Lui stesso infatti è il Pane di Dio e lo dirà all’indomani a tutti. Però sa bene che non riusciranno ad accogliere questo annuncio, per cui evita il bagno di folla che complicherebbe le cose. Il dono che ha nutrito tutti però rimane, segno dell’amore di Dio che è sempre per ogni uomo.

Giovedì 5: At 9, 1-9; Sal 26 (27); Gv 6, 16-21
«Videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Sono io, non abbiate paura!”. Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti» (Gv 6, 19-21)
Appena Gesù appare, del vento che agitava il lago non si parla più. Lui ormai domina la scena, le onde minacciose finiscono sotto i suoi piedi, la sua presenza sulla barca fa giungere subito a destinazione. I discepoli hanno occhi solo per Lui, la Sua parola li rassicura e ogni problema si risolve. Vedere Gesù nel mare talora inquieto della nostra vita è sorgente di pace e di fiducia, la sua presenza infatti accompagna ogni frangente. Basta riconoscerLo, scoprirLo lì accanto e, anche se il vento infuria, dentro di noi tutto cambia.

Venerdì 6: At 9, 10-16; Sal 31 (32); Gv 6, 22-29
«Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà» (Gv 6, 27)
Lo sforzo di Gesù è dirottare l’attenzione su ciò che non passa e che nutre davvero il cuore, la vita dell’uomo. È un invito ad alzare lo sguardo, ad accorgerci che la salute e la comodità sono belle ma da sole non saziano, ci riducono, non allontanano la noia. Il cuore ha fame di un altro pane. Come ci adoperiamo per avere sempre qualcosa da mettere sotto i denti, così, e molto di più, dovremmo occuparci del cibo che rimane e che diventa sorgente di amore donato e distribuito a tutti senza misura.

Sabato 7: At 9, 17-25; Sal 65 (66); 1 Cor 12, 21-27; Gv 6, 30-35
«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!» (GV 6, 35)
È vero che Gesù dona la sazietà. Ciò non significa che spegne ogni interesse, come se tutto ormai fosse chiaro e neppure che inaridisce ogni passione, perché ormai tutto è risolto. La sazietà che si regala è la certezza di essere a casa, di aver trovato un luogo sicuro dove poggiare i piedi.
E, per rimanere nella metafora del pane, ci fa assaporare la gioia di aver incontrato la Sapienza che nutre l’intelligenza, l’Amore che soddisfa il nostro bisogno di sentirci amati, l’energia per proiettare i nostri sogni verso i giusti traguardi.
La vita ha le sue svolte, ma Gesù nutre sempre.

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