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Commento alla Parola: 10.01.2022 – 15.01.2022

Lunedì 10: Sir 24,1-2.13-22; Sal 135 (136); Mc 1,1-8
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via» (Mc 1, 2)
Dio non improvvisa le sue decisioni. Le prepara con accuratezza da tutta l’eternità. Rileggendo la storia della salvezza contenuta nella Bibbia ci accorgiamo che tutto avviene al momento opportuno. Gesù, dirà san Paolo, è arrivato “quando venne la pienezza del tempo” (Gal 4, 4). Ho l’impressione che sia possibile riconoscere questo stile anche nella nostra vita personale. Non è raro infatti che, accingendoci a vivere esperienze nuove, anche improvvise, sia facile riscontrare che alcuni incontri, anche alcune prove vissute in precedenza erano state una preparazione, una purificazione in vista di un nuovo inizio. Quel filo d’oro che lega gli avvenimenti è l’amore di Dio per noi.

Martedì 11: Sir 42,22-25; 43,26b-32; Sal 32 (33); Mc 1,14-20
«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1, 15)
L’inizio della predicazione di Gesù è come una grande cerimonia di apertura che inaugura una realtà mai vista prima. Dalle sue parole si comprende che la storia dell’umanità si concentra proprio in quel luogo e in quel tempo e che chi ascolta ha perciò la fortuna di essere testimone e contemporaneo di tempi lungamente attesi e decisivi per tutti. Ma perché qualcosa avvenga è necessario che i cuori siano duttili, aperti alla novità di Dio: per i semplici spettatori curiosi che non si lasciano raggiungere, né smuovere tutto potrebbe rimanere come prima, come sempre. E tutto questo avviene anche per noi oggi.

Mercoledì 12: Sir 43,9-18; Sal 103 (104); Mc 1,21-34
«Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi» (Mc 1, 2)
Un insegnamento autorevole, che fa crescere. Quando lo ascolti ti accorgi che ti tocca nel profondo, che riguarda la tua vita, ti vengono in mente situazioni precise, hai l’impressione che quelle parole siano proprio per te. Perché questo avvenga occorre davvero che chi parla conosca il cuore dell’uomo, che abbia uno sguardo ampio sulle cose, che sia esperto della vita quotidiana concreta, che sappia leggere gli eventi spiegandone il senso e trovando il bandolo della matassa… per questo a distanza di secoli le generazioni che si succedono non si stancano di ascoltare Gesù, facendo la stessa esperienza di quelle persone di duemila anni fa nella sinagoga di Cafarnao.

Giovedì 13: Sir 44,1.15-18; Sal 111 (112); Mc 1,35-45
«Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava» (Mc 1, 35)
La preghiera di Gesù al risveglio ci racconta del nostro bisogno di non lasciarci mai travolgere dalle cose da fare. Quando la giornata è partita è difficile fermarla, gli impegni si succedono e non possiamo sottrarci. Occorrono però momenti in cui si riconsidera davanti al Padre quanto è avvenuto, per capire, per discernere, per scegliere il meglio. C’è bisogno di questo silenzio, di mettersi in ascolto, sapendo che il Padre non ripete cose ovvie, ma ci aiuta a leggere con sapienza e lungimiranza la situazione. Quella preghiera infatti spinge Gesù a non fare ciò che la gente si attende, ma a proseguire altrove la sua missione.

Venerdì 14: Sir 44,1.19a.22-23; Sal 104 (105); Mc 2,13-14.23-28
“Abramo fu grande padre di una moltitudine di nazioni, nessuno fu trovato simile a lui nella gloria. Egli custodì la legge dell’Altissimo” (Sir. 44)
Il ricordo di Abramo, di Isacco e di Giacobbe è il ricordo di una benedizione, perché Dio ha colmato di doni questi personaggi: l’uno è diventato padre, l’altro ha ricevuto la stessa promessa, Giacobbe poi ha ricevuto in eredità l’intero paese e l’ha diviso in 12 tribù. La storia dei Patriarchi ci ricorda che Dio benedice, che riempie la vita, che dona cose grandissime. Allora forse oggi è la giornata per sostare a ricordarci questo. Quali sono le benedizioni con cui Dio ci ha raggiunto? Quali sono le cose che hanno riempito la nostra vita, quei doni immeritati, insperati, che hanno rese luminose le nostre giornate e la nostra esistenza? Fermarsi a ripensare questi doni ci ricorda che la benedizione di Dio viene incontro ancora all’uomo, soprattutto a noi.

Sabato 15: Es 6,1-13; Sal 92 (93); Rm 9,1-5; Mt 5,17-19
“In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo”.
In questo cantico di San Paolo nella Lettera agli Efesini viene espressa una notizia meravigliosa: cioè che siamo stati scelti. Ma non solo che siamo stati scelti, e quindi amati, ma che questa scelta è stata fatta prima che tutto esistesse. Si sottintende che Dio ha creato tutte le cose, perché noi potessimo esserci e perché Lui potesse amarci e perché noi potessimo incontrarlo e conoscerlo e quindi innamorarci di Lui. È bello pensare che il mondo è stato creato nella nostra attesa: cioè, è stato creato perché Dio ci stava già amando e attendendo. Come una famiglia che ha la stanza per il bimbo che dovrà nascere, mentre la mamma è in gravidanza: ecco, così ha fatto Dio prima della creazione del mondo per ciascuno di noi. Questa è una notizia bellissima: ci fa sentire amati, desiderati, voluti e attesi.

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